Allarme cave in Abruzzo: Distrutto patrimonio archeologico oltre ad uno stato di irreparabile degrado del paesaggio. E’ la denuncia del Comitato Abruzzese per il paesaggio e dell’Archeoclub che da 30 anni conduce una dura battaglia su questo fronte.
Le prime denunce nel 1987 quando venne scoperta una necropoli italica composta di almeno una ventina di tombe, in località Santa Spontanea di Rapino, all’interno di una cava. Necropoli andata distrutta, così come nel 1991 andò distrutta la grotta preistorica degli orsi volanti a causa di uno sconfinamento di una società concessionaria per attività estrattiva di materiale inerte. Nel ’98 l’Archeoclub inviò una sorta di diffida all’allora assessore regionale Angelo Tontodimamma per fronteggiare il fenomeno delle continue violazioni ai termini e limiti delle concessioni da parte dei cavatori. Appello finito nel vuoto tanto che venne presentato un secondo esposto in Procura, a Chieti, nell’aprile del 1999 nella quale si segnalava l’uso di esplosivi particolarmente pericolosi che aveva determinato la distruzione parziale della grotta degli orsi volanti, che in tutte le cave si erano registrati sconfinamenti e che non venivano mai eseguiti i risanamenti ambientali. Dopo ulteriori denunce anche alla stampa degli scempi provocati dalle cave della Majella nel novembre del 1999 finalmente il primo sequestro da parte del Corpo Forestale dello Stato. Nel 2003 le due società concessionarie firmano un accordo nel quale si stabilisce il termine dei 5 anni per la conclusione delle loro attività. Intanto altri esposti ed altre denunce, un Piano Cave regionale che stenta ad essere approvato ed attività estrattive scadute che vanno avanti per prorogatio, per arrivare ai giorni nostri con i sigilli del Corpo Forestale dello Stato sull’ennesimo presunto caso di sconfinamento di una cava nel territorio di Rapino che minaccia seriamente un’altra grotta preistorica, quella del Colle. Intanto un appello é stato lanciato al sottosegretario regionale cond elega all’ambiente Mario Mazzocca affinchè si giunga ad una decisa svolta nella gestione del problema generale delle cave.