Nel giorno della visita in Abruzzo del sottosegretario Vito Crimi, tra i promotori della cessione della convenzione dello Stato con Radio Radicale, l’appello dei consiglieri regionali del Centrosinistra.
” La chiusura di Radio Radicale significherebbe infliggere un durissimo colpo alla liberta’ di informazione e priverebbe i cittadini della voce piu’ autorevole e senza intermediazioni delle principali Istituzioni repubblicane”.
I consiglieri dei gruppi di centrosinistra del Consiglio regionale d’Abruzzo hanno presentato una risoluzione per chiedere con urgenza che
“il Presidente della Giunta e gli organi regionali si facciano parte attiva nei confronti del Governo nazionale e del Ministero dello Sviluppo Economico affinche’ vengano intraprese tutte le iniziative per garantire il rinnovo della convenzione e il ripristino del finanziamento necessario ad evitare la chiusura di Radio Radicale”. “43 anni di attivita’ – scrivono i consiglieri – hanno reso l’archivio di Radio Radicale un patrimonio unico ed incommensurabile per il nostro Paese, accessibile liberamente a tutti, con registrazioni di sedute parlamentari, udienze processuali, congressi di partiti e sindacati, convegni, interviste e altro ancora. Per quanto riguarda l’Abruzzo, gli archivi di Radio Radicale contengono piu’ di mille registrazioni audio e video di eventi tra il 1981 e il 2019, compresi lavori del Consiglio regionale, di consigli provinciali e comunali. “Ieri sono scaduti i sei mesi di proroga della convenzione, e nonostante le molte inziative, compreso lo sciopero della fame e della sete di Rita Bernardini, Roberto Giachetti ed altri, gli emendamenti per il rifinanziamento non hanno ancora trovato accoglimento” ha dichiarato Giovanni Legnini. “La risoluzione che abbiamo presentato oggi, che chiediamo venga approvata con l’appoggio di tutte le forze presenti in Consiglio, – concludono i consiglieri del centrosinistra in Abruzzo – si aggiunge agli appelli di tantissime personalita’ in Italia e in Europa, a mozioni di altri Consigli regionali e comunali, ad iniziative di altre istituzioni , insieme alle moltissime voci che si sono levate dalla societa’ civile. Il Governo e il Parlamento trovino urgentemente una soluzione affinche’ tale organo di informazione, con il suo inestimabile patrimonio storico, politico e culturale, non vada disperso.”