Più posti auto in moduli sopraelevati ad impatto zero, un’area direzionale commerciale e di servizi di circa 5000 Mq più piccola, impianti sportivi e tanto altro ancora.
Il progetto di riqualificazione dell’Area di risulta di Pescara, a breve al centro di un lungo e complesso dibattito in Consiglio Comunale come ogni progetto strategico per lo sviluppo di una città vuole, secondo lo studio effettuato dall’architetto Sabatino Catani, per conto di Confcommercio, modifica di molto il progetto stilato dai tecnici del Comune. Intanto una riduzione delle aree interrate con i posteggi per gli autobus all’aperto, l’area direzionale, commerciale e dei servizi che da 7000 Mq passa a poco meno di 2400 con l’abolizione totale di appartamenti residenziali, la realizzazione di centri di aggregazione come un circolo pensionati, una zona per impianti sportivi, un giardino di erbe officinali, un teatro all’aperto nel verde ed un locale culturale polivalente. Ma la novità più rilevante riguarda i parcheggi, non 2000, ritenuti insufficienti per un centro commerciale naturale potenzialmente 4 volte superiore a centri commerciali dove i parcheggi sono almeno il doppio, bensì 4000 distribuiti in un modulo avveniristico a 5 piani, due sotterranei e tre sopraelevati, ricoperto da pareti di piante che riducono la diffusione di polveri sottili e realizzato con un cemento mangia-smog:
“Si tratta di un cemento brevettato in Italia, ma già utilizzato in altre parti del mondo, capace di assorbire azoto ed altre sostanze inquinanti – ci spiega il progettista Sabatino Catani – e che all’interno prevede soluzioni innovative come la corsia salva pedoni ed un sistema che consente di individuare posti liberi anche da lontano.”
Tra le altre cose il Comune, tramite la società Pescara Parcheggi, manterrebbe la gestione dei 4000 posti auto del multipiano senza alcuna modifica delle tariffe attuali:
“un progetto più rispondente alle esigenze, ancor prima che dei commercianti, dei cittadini di Pescara – commenta Franco Danelli presidente di Confcommercio – che il Comune non può non considerare, anche perché finanziabile e fattibile.”