La Asl dell’Aquila condannata a pagare ai lavoratori la giusta retribuzione per gli interventi di pronta disponibilità per i turni svolti, dal 2015, oltre il sesto turno mensile. La vertenza era stata avviata dalla Cgil
Arriva la sentenza del giudice del lavoro dopo la vertenza della Cgil che però oggi denuncia: ci è stato impedito dall’azienda sanitaria di mettere un banchetto per raccogliere firme per quattro referendum abrogativi di norme sul mondo del lavoro.
Una battaglia vinta dal sindacato che si era rivolto al giudice del lavoro e successivamente aveva depositato, tramite l’avvocato Francesca Ramicone, un ricorso per far riconoscere ai lavoratori la giusta retribuzione per l’attività di pronta disponibilità svolta dal personale dell’azienda sanitaria.
Lo scorso 4 giugno il giudice del lavoro ha dato ragione alla Cgil condannando la ASL al pagamento di somme che, per ogni lavoratore, vanno da un minimo di 1.700 euro fino ad oltre 6.600 euro, riconoscendo il loro diritto a percepire la retribuzione dovuta per i turni di pronta disponibilità svolti oltre il sesto turno mensile.
Ora il sindacato chiede che si apra un confronto serio con la Asl poiché un lavoratore a cui vengono garantiti i propri diritti equivale ad un lavoratore che viene messo nelle condizioni di poter svolgere al meglio il proprio lavoro e, nel caso di specie, garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini.