In Abruzzo il settore dell’automotive vanta un tasso di industrializzazione superiore alla media nazionale e le imprese stanno puntando su innovazione ed internazionalizzazione.
Dopo i dati del Cresa, secondo i quali l’Abruzzo sta uscendo dalla crisi, una nuova buona notizia arriva dal settore dell’automotive, strategico per l’intera economia regionale, che può vantare un tasso di industrializzazione superiore alla media nazionale grazie alle attività svolte da grandi industrie, come Sevel e Honda, e da piccole e medie imprese che puntano sempre più su ricerca, innovazione, su nuovi prodotti e competenze professionali in sinergia con le istituzioni e che guardano, per l’export, a nuovi mercati internazionali, i primis Cina e altri paesi asiatici, oltre ai mercati europei ormai consolidati in Germania, Francia, Spagna come emerge dal documento elaborato dall’osservatorio permanente per la filiera che è stato presentato a Santa Maria Imbaro.
Alla sua prima edizione l’iniziativa realizzata dall’Osservatorio Automotive Abruzzo 2019 in collaborazione con l’ITS Sistema Meccanica di Lanciano e il Polo Tecnico Professionale (PTP) per la Meccanica, Meccatronica ed Automazione, ha individuato i principali trend di cambiamento, nel breve e nel medio periodo, derivanti dalle trasformazioni in atto nel mondo del manifatturiero avanzato e le competenze chiave che ne derivano, comprese quelle trasversali.
I risultati sono stati illustrati da Raffaele Trivilino e Daniela Di Cecco, rispettivamente direttore e responsabile dell’area comunicazione del Polo Innovazione Automotive che hanno realizzato l’Osservatorio con la collaborazione di Federica Rossetti (Polo Automotive) e Antonio Maffei (ITS).
Su come sta cambiando il settore dell’automotive e sul concetto di mobilità e di lavoro sinergico tra imprese, istituzioni e mondo della scuola sono intervenuti anche Giuseppe Ranalli, presidente del Polo Innovazione Automotive, l’assessore regionale alle Attività produttive Mauro Febbo, il plant manager Sevel Spa Angelo Coppola e il managing director Honda Italia Industriale Spa Marcello Vinciguerra .
Il direttore Trivilino ha spiegato che “L’Osservatorio Automotive Abruzzo è stato realizzato nei mesi scorsi sulla base di un questionario inviato alle aziende selezionate – codice Ateco automotive, aziende significative nel settore della componentistica e nella produzione dei veicoli e aderenti al Polo Automotive – attraverso il quale sono state analizzate diverse aree tematiche: Descrizione impresa; Impresa e mercato; Innovazione; Nuove traiettorie di sviluppo; Industria 4.0 e Fabbisogno delle competenze.
La prima parte ha tracciato un focus sul settore automotive nel mondo, in Ue, in Italia e quindi in Abruzzo. In Europa si producono 2,5 milioni di veicoli commerciali (+2%) e una quota del 12% sul panorama mondiale. La produzione in UE vale 1,9 milioni di unità ed è concentrata per oltre l’80% in quattro paesi: Francia, Spagna, Italia e Germania. Lo stabilimento SEVEL, in Abruzzo, produce circa 300.000 veicoli; rappresenta circa il 12% dell’intera produzione europea. La filiera automotive regionale è costituita da un gruppo di imprese globalizzate, sia GI che PMI, operanti nel comparto dell’automotive e della meccatronica che comprende anche la subfornitura e la componentistica. Il comparto automotive in Abruzzo è infatti tra i più significativi, tanto da rendere la Regione fortemente industrializzata, con un tasso di industrializzazione superiore alla media nazionale, pari al 27%. La filiera automotive in Abruzzo, in particolare, conta oltre 25 mila addetti (di cui 20mila nella sola provincia di Chieti), 8 miliardi di fatturato, e produce il 55% di export dell’intera regione.
Dall’Osservatorio Automotive Abruzzo è emerso che il comparto automotive abruzzese è abbastanza eterogeneo rispetto alla tipologia di impresa. Vi sono molte piccole e medie imprese, ma anche diverse grandi imprese, soprattutto se si considera la realtà di riferimento: una piccola regione del Centro-Sud Italia lontana dai principali sistemi produttivi e industriali nazionali e internazionali. Tra tutte, dominano i due grandi colossi dell’industria automotive: la Sevel, che produce il Fiat Ducato, il veicolo commerciale leggero più venduto in Europa, che dal 1981, anno del suo debutto, è stato venduto in oltre tre milioni di esemplari in tutto il mondo e nel tempo ha saputo evolversi andando incontro alle esigenze dei suoi clienti, tanto da essere stato eletto “Migliore base per i camper” (oggi tre camper su quattro venduti in Europa nascono sulla base del Ducato); la Honda Italia Industriale, fondata nel 1971 ad Atessa – unico sito manifatturiero Honda in Europa per le due ruote – che dopo la crisi attraversata circa un decennio fa, è tornata a crescere in termini produttivi e occupazionali”.
Il presidente Ranalli evidenzia che “Prevalentemente, dunque, si tratta di aziende che realizzano componenti e semilavorati su specifiche del cliente, oppure componenti e/o parti ideate e prodotte da loro (o assieme al cliente) o ancora sistemi o moduli completi (non parti di) per autoveicoli. Sono soprattutto fornitori di I o II livello, i cui clienti sono produttori auto o fornitori di primo livello. Si tratta di aziende che – non senza fatica – iniziano ad affacciarsi ai mercati esteri. A questo proposito, se da un lato, si conferma la predominanza della Germania come principale destinazione dell’export delle aziende automotive abruzzesi, una tendenza che emerge è quella che vede la Cina come il Paese verso cui le imprese locali iniziano a guardare in termini di proiezione futura.
Rispetto ai clienti, emerge chiaramente la dominanza del gruppo Fca, condizionata prevalentemente dalla presenza in Abruzzo della Sevel, il più grande stabilimento europeo per la produzione di veicoli commerciali leggeri. Una tendenza confermata anche dalla destinazione finale dei beni/servizi, rispetto ai quali le aziende abruzzesi hanno indicato soprattutto LCV.
Un tema di particolare interesse emerso dall’Osservatorio è quello relativo all’innovazione, e – nello specifico – alle innovazioni di prodotto e processo introdotte o da introdurre dalle aziende. Le imprese abruzzesi, in parte, hanno introdotto sul mercato prodotti e processi nuovi o significativamente migliorati; sono innovazioni svolte prevalentemente dall’impresa in-house, ma anche dall’impresa in collaborazione con altre e anche a seguito della realizzazione di progetti partenariali finanziati con fondi europei (FESR) e nazionali (FSC). Ma, nella maggior parte dei casi, le imprese non depositano brevetti sulle innovazioni e vi dedicano bassi investimenti (<10%).
L’Osservatorio ha anche indagato quali sono stati i fattori di ostacolo alle attività di innovazione; non soltanto perché il budget da destinare può essere minimo o insufficiente, ma spesso anche per problemi legati alla gestione dei processi aziendali: dalla mancanza di personale adeguato alla carenza di informazioni sia sui mercati che sulle tecnologie, fino alla difficoltà di individuare partner con cui cooperare per le attività di innovazione.
In uno Studio che analizza lo stato dell’industria automotive, non poteva mancare una componente relativa all’approfondimento delle nuove traiettorie di sviluppo e dinamiche di Industria 4.0. Rispetto alla partecipazione delle aziende abruzzesi a progetti di sviluppo prodotto che utilizzano le tecnologie, la partecipazione è stata riscontrata soprattutto in progetti relativi a nuovi materiali e a motorizzazioni e powertrain elettrici e ibridi.
Nel caso in cui le aziende abruzzesi abbiano adottato soluzioni innovative in ottica Industria 4.0, gli ambiti di applicazione di interesse hanno riguardato soprattutto produzione, qualità e logistica.
Infine, le aziende hanno esplicitato quali sono i principali rischi e vincoli che potrebbero frenare l’attivazione di iniziative in ambito Industria 4.0: il costo dell’iniziativa; la scarsa propensione di attori interni o esterni a scambiare informazioni attraverso la filiera e lungo la catena del valore; la scarsa disponibilità di risorse interne.
La parte finale dell’Osservatorio ha affrontato il tema del fabbisogno delle competenze. Le aziende abruzzesi sembra facciano fatica a trovare personale qualificato, specialmente rispetto ad alcune aree di competenza, ma ritengono prioritarie alcune competenze specifiche: soft skills; manufacturing, gestione degli assets e prodotto; ricerca e sviluppo, innovazione, design e progetto.
In generale, l’analisi delle competenze, in particolare rispetto a Industria 4.0, dimostra dunque che le aziende cominciano a maturare la consapevolezza di quanto una rivoluzione – in termini soprattutto di riconversione e riqualificazione delle competenze – sia necessaria, e anzi è già in atto”.
Focus sul settore automotive in Ue, Italia, Abruzzo:
La produzione globale di veicoli commerciali e industriali.
In Europa si producono 2,5 milioni di veicoli commerciali (+2%) e una quota del 12% sul panorama mondiale. La produzione in UE vale 1,9 milioni di unità ed è concentrata per oltre l’80% in quattro paesi: Francia, Spagna, Italia e Germania. Lo stabilimento SEVEL, in Abruzzo, produce circa 300.000 veicoli; rappresenta circa il 12% dell’intera produzione europea.
L’Abruzzo, anche se ha un’industria molto giovane, ha un tasso di industrializzazione più elevato della media nazionale e in linea con le regioni del nord. La filiera automotive regionale è costituita da un gruppo di imprese globalizzate, sia GI che PMI, operanti nel comparto dell’automotive e della meccatronica che comprende anche la subfornitura e la componentistica.
Il comparto automotive in Abruzzo è infatti tra i più significativi, tanto da rendere la Regione fortemente industrializzata, con un tasso di industrializzazione superiore alla media nazionale, pari al 27%.
La filiera automotive in Abruzzo, in particolare, conta oltre 25 mila addetti (di cui 20mila nella sola provincia di Chieti), 8 miliardi di fatturato, e produce il 55% di export dell’intera regione.
Le imprese abruzzesi si possono ripartire in tre gruppi in funzione della filiera di appartenenza:
- operatori della filiera due ruote,
- operatori della filiera quattro ruote,
- altri operatori.
Allo stesso tempo essi sono classificabili in:
- produttori di prodotti finiti,
- produttori di parti.
I gruppi vedono al loro interno la presenza sia di fruitori (maggiormente Grandi Imprese), che di fornitori a vari livelli delle catene di fornitura.
A trainare il settore Automotive in Abruzzo è la presenza – specie nella provincia di Chieti – di una moltitudine di piccole e medie imprese che collaborano prevalentemente con i due principali sistemi industriali della regione:
- la Sevel, joint venture Fca – Psa (Peugeot, Citroën, Ds e Opel) per il sistema 4 ruote dei veicoli commerciali leggeri;
- la Honda Italia Industriale, unico stabilimento europeo del colosso giapponese per il comparto due ruote.
Osservatorio Automotive Abruzzo
Al fine di redigere questa prima edizione dell’Osservatorio Automotive Abruzzo, le aziende automotive abruzzesi sono state mappate mediante la somministrazione di un questionario attraverso il quale è emersa una fotografia estremamente concreta rispetto alla realtà di riferimento. Una fotografia che, sommariamente può essere così riassunta.
- Tipologia di imprese. Il comparto automotive abruzzese è abbastanza eterogeneo rispetto alla tipologia di impresa. Vi sono molte piccole e medie imprese, ma anche diverse grandi imprese, soprattutto se si considera la realtà di riferimento: una piccola regione del Centro-Sud Italia lontana dai principali sistemi produttivi e industriali nazionali e internazionali. Tra tutte, dominano i due grandi colossi dell’industria automotive: la Sevel, che produce il Fiat Ducato, il veicolo commerciale leggero più venduto in Europa, che dal 1981, anno del suo debutto, è stato venduto in oltre tre milioni di esemplari in tutto il mondo e nel tempo ha saputo evolversi andando incontro alle esigenze dei suoi clienti, tanto da essere stato eletto “Migliore base per i camper” (oggi tre camper su quattro venduti in Europa nascono sulla base del Ducato); la Honda Italia Industriale, fondata nel 1971 ad Atessa – unico sito manifatturiero Honda in Europa per le due ruote – che dopo la crisi attraversata circa un decennio fa, è tornata a crescere in termini produttivi e occupazionali.
Ed è proprio attorno a questi due colossi che si è costruito, negli anni, il comparto automotive abruzzese, costituito soprattutto da loro subfornitori, anche se non mancano altre realtà, come emerge dall’Osservatorio.
- Impresa e Mercato. Prevalentemente, dunque, si tratta di aziende che realizzano componenti e semilavorati su specifiche del cliente, oppure componenti e/o parti ideate e prodotte da loro (o assieme al cliente) o ancora sistemi o moduli completi (non parti di) per autoveicoli. Sono soprattutto fornitori di I o II livello, i cui clienti sono produttori auto o fornitori di primo livello.
Si tratta di aziende che – non senza fatica – iniziano ad affacciarsi ai mercati esteri. A questo proposito, se da un lato, si conferma la predominanza della Germania come principale destinazione dell’export delle aziende automotive abruzzesi, una tendenza che emerge è quella che vede la Cina come il Paese verso cui le imprese locali iniziano a guardare in termini di proiezione futura.
Rispetto ai clienti, emerge chiaramente la dominanza del gruppo Fca, condizionata prevalentemente dalla presenza in Abruzzo della Sevel, il più grande stabilimento europeo per la produzione di veicoli commerciali leggeri.
Una tendenza confermata anche dalla destinazione finale dei beni/servizi, rispetto ai quali le aziende abruzzesi hanno indicato soprattutto LCV. Anche in questo caso una classifica condizionata dalla presenza di Sevel.
- Innovazione. Un tema di particolare interesse emerso dall’Osservatorio è quello relativo all’innovazione, e – nello specifico – alle innovazioni di prodotto e processo introdotte o da introdurre dalle aziende. Le imprese abruzzesi, nella maggior parte dei casi, hanno introdotto sul mercato prodotti nuovi o significativamente migliorati; sono innovazioni svolte prevalentemente dall’impresa in-house, ma anche dall’impresa in collaborazione con altre e anche a seguito della realizzazione di progetti partenariali finanziati con fondi europei (FESR) e nazionali (FSC).
Rispetto alle innovazioni di processo, invece, emerge che le imprese abruzzesi sviluppano soprattutto processi di produzione tecnologicamente nuovi (o significativamente migliorati). Più modeste le innovazioni relative a sistemi di logistica, metodi di distribuzione o di fornitura all’esterno di semilavorati, prodotti o servizi tecnologicamente nuovi. Come per le innovazioni di prodotto, anche quelle di processo sono svolte prevalentemente dall’impresa in-house o dall’impresa in collaborazione con altre, sempre tramite progetti partenariali di cui sopra.
L’analisi delle innovazioni introdotte dalle imprese abruzzesi ha riguardato anche un approfondimento relativo alle attività svolte in questa direzione e al fatturato investito in queste attività: in questo caso l’importo degli investimenti risulta per la maggior parte delle imprese inferiore al 10%.
L’Osservatorio ha anche indagato quali sono stati i fattori di ostacolo alle attività di innovazione. Un quadro complessivo dal quale emerge chiaramente la difficoltà – soprattutto da parte delle pmi abruzzesi – a investire in innovazione, non soltanto perché il budget da destinare può essere minimo o insufficiente, ma spesso anche per problemi legati alla gestione dei processi aziendali: dalla mancanza di personale adeguato alla carenza di informazioni sia sui mercati che sulle tecnologie, fino alla difficoltà di individuare partner con cui cooperare per le attività di innovazione.
- Nuove traiettorie di sviluppo e Industria 4.0. In uno Studio che analizza lo stato dell’industria automotive, non poteva mancare una componente relativa all’approfondimento delle nuove traiettorie di sviluppo e dinamiche di Industria 4.0 che coinvolgono le imprese abruzzesi. Qual è, per esempio, l’impatto che le nuove tecnologie hanno avuto sulle imprese abruzzesi? Rispetto alla partecipazione delle aziende abruzzesi a progetti di sviluppo prodotto che utilizzano le tecnologie, la partecipazione è stata riscontrata soprattutto in progetti relativi a nuovi materiali e a motorizzazioni e powertrain elettrici e ibridi.
Nel caso in cui le aziende abruzzesi abbiano adottato – o abbiano intenzione di farlo nel prossimo futuro – soluzioni innovative in ottica Industria 4.0, quali sono gli ambiti di applicazione di interesse? Risultano prioritari produzione, qualità e logistica, seguiti da manutenzione, progettazione e ingegneria.
Infine, le aziende hanno esplicitato quali sono i principali rischi e vincoli che potrebbero frenare l’attivazione di iniziative in ambito Industria 4.0: il costo dell’iniziativa; la scarsa propensione di attori interni o esterni a scambiare informazioni attraverso la filiera e lungo la catena del valore; la scarsa disponibilità di risorse interne.
- Fabbisogno delle competenze. La parte finale dell’Osservatorio ha affrontato il tema del fabbisogno delle competenze. Le aziende abruzzesi sembra facciano fatica a trovare personale qualificato, specialmente rispetto ad alcune aree di competenza: Ricerca e Sviluppo, Innovazione, Design e Progetto; Tecnico commerciale; Qualità dei prodotti e dei processi; Manutenzione macchinari e impianti e Produzione e assemblaggio. Diverso il quadro se si considera non tanto la difficoltà a trovare determinate figure professionali, quanto piuttosto le aree di competenze industriali che le aziende ricercano nel CV di un potenziale candidato. Le aree principali sono: Manutenzione macchinari e impianti; Ricerca e Sviluppo, Innovazione, Design e Progetto; Produzione e assemblaggio; Qualità dei prodotti e dei processi.
Al di là della difficoltà o meno a trovare figure professionali adeguate, quali competenze sono da ritenersi prioritarie all’interno delle aziende abruzzesi? In merito a quest’area tematica, le aziende hanno espresso le loro priorità rispetto ad alcune competenze specifiche: soft skills; manufacturing, gestione degli assets e prodotto; ricerca e sviluppo, innovazione, design e progetto.
Il Servizio del Tg8:
Tutte le interviste, realizzate nel corso della presentazione dell’indagine, trasmesse nella rubrica “Il Fatto”: