Clima rovente al processo a carico dei fratelli Di Silvio ad Avezzano per la rapina alla tabaccheria di Via America del dicembre del 2016.
Dopo una serie di segnalazioni e relative sanzioni da parte del Pm Andrea Padalino nei confronti di alcuni testimoni assenti, nell’udienza di ieri mattina il giudice Zaira Secchi ha comminato una multa di 300 euro, con tanto di accompagnamento coatto, nei confronti di un teste che non si è presentato in aula. Sempre nell’udienza di ieri ha creato un certo clamore la deposizione della barista del locale dove è avvenuta la rapina, secondo la quale i responsabili della rapina non possono essere i fratelli Nazzareno e Pasquale Di Silvio, perché, in caso contrario li avrebbe facilmente riconosciuti. Deposizioni contrastanti anche da parte di Mario Morelli, uno dei complici della rapina, condannato con rito abbreviato insieme a Santo Felughi. In un’intercettazione ambientale in carcere avrebbe confessato all’amico che a commettere la rapina sarebbero stati i due imputati, ma ieri mattina, in aula, Morelli ha sostenuto che il colloquio intercettato non era riferito alla rapina e che dunque i Di Silvio non c’entrano nulla. Il fatto di cronaca ebbe una certa eco nell’opinione pubblica in quanto, al di là dell’entità del bottino, emersero, dalle testimonianze, particolari abbastanza inquietanti come il particolare di una pistola puntata alla tempia di un bambino. Tuttavia, fino a questo punto, il processo a carico di Nazzareno e Pasquale Di Silvio, ritenuti, a seguito di accurate indagini, i responsabili, è più che altro caratterizzato dal silenzio da parte di numerosi testimoni chiamati a deporre e versioni tutte favorevoli alla difesa dei due imputati.