Sarà la capitaneria di porto ad esprimersi sulla fattibilità delle barriere galleggianti a Pescara. Incontro la prossima settimana.
Si incontreranno la prossima settimana rappresentanti della Regione, dei balneari e della capitaneria di porto per discutere sulla proposta avanzata dai balneatori di realizzare barriere galleggianti a Pescara per contrastare l’inquinamento del fiume e del mare. Dopo un primo esame tecnico da parte della Regione ora sarà la capitaneria di porto ad esprimersi sulla fattibilità del progetto presentato alcuni mesi fa da Confcommercio e che dovrebbe andare in soccorso delle imprese balneari evitando i divieti di balneazione. Si tratta di uno studio elaborato dallo Studio di Architettura Catani di Pescara che prevede di realizzare barriere mobili, del costo di circa 300 mila euro, da collocare perpendicolarmente alla diga foranea, da cui far partire una barriera galleggiante per deviare il flusso delle acque alla foce e portarlo al largo. I pannelli galleggianti, realizzati con uno speciale tessuto in PVC, possono essere ancorati fino al fondo ad una profondità di 10 metri, garantire così la tenuta e consentire di far defluire le acque inquinate più al largo, scongiurando il superamento dei parametri di inquinamento previsti dalla legge. Un progetto già sperimentato altrove che ha dato buoni risultati anche se, come aveva anticipato l’architetto Nino Catani a Rete8, si tratta di un provvedimento tampone da adottare nell’immediato per salvare la prossima stagione estiva. La questione, però, deve essere affrontata in maniera drastica per una soluzione definitiva. Il problema dell’inquinamento del fiume Pescara è dovuto principalmente ai troppi scarichi abusivi che riversano i liquami direttamente nelle acque e l’assenza o il malfunzionamento dei depuratori in alcuni comuni che insistono sull’asta fluviale . Una problematica che la Regione si è impegnata a risolvere. Intanto si cerca di scongiurare che si ripeta quanto già avvenuto la scorsa estate. Le imprese balneari sono molto preoccupate perché il divieto di balneazione rappresenta per loro un grave danno economico oltre che un allarme sanitario per tutti i cittadini e i turisti che di certo, se ci saranno divieti, non sceglieranno di trascorrere le loro vacanze in Abruzzo, e come dargli torto! .