I lavoratori della Blutec, dopo lo scandalo dell’arresto dei vertici dell’azienda, chiedono di anticipare la data della riunione, prevista per il 9 aprile, al Mise e di far luce sulle notizie riguardanti un accordo da 50 milioni di euro con un il gruppo cinese Jiayuan.
Dall’Abruzzo i lavoratori della Blutec, ora Ingegneria Italia, che ad Atessa avevano da poche settimane ricominciato a sperare sul loro futuro occupazionale, seguono con apprensione le vicende riguardanti l’azienda piemontese dopo l’arresto dell’imprenditore torinese Roberto Ginatta e dell’amministratore delegato della società Cosimo Di Cursi, attualmente in Brasile ma che sarebbe in procinto di tornare in Italia.
I sindacati Fim, Fiom e Uilm proseguono la loro battaglia insieme ai sindaci del comprensorio di Termini Imerese i quali , in una lettera, chiedono al ministro per lo Sviluppo Luigi Di Maio di anticipare la riunione al Mise in programma il 9 aprile.
Intanto il Corriere.it pubblica la notizia in base alla quale Blutec, a sorpresa, per il rilancio dell’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese, chiuso da quasi 8 anni, aveva pronto un piano da 50 milioni con la cinese Jiayuan, produttrice di auto.
Nell’articolo si legge che “A Termini Imerese stanno (o forse stavano) per arrivare davvero i cinesi. Lo stabilimento ex Fiat della cittadina siciliana da tre anni in mano al gruppo Metec di Roberto Ginatta — l’imprenditore torinese 72enne posto martedì 12 agli arresti domiciliari dalla Guardia di Finanza di Palermo nell’ambito di un’inchiesta della procura di Termini Imerese per l’ipotesi di malversazione di 16,5 milioni di euro di fondi pubblici concessi da Invitalia — è l’oggetto di una bozza di protocollo d’intesa (memorandum of understanding, o MoU ) già firmato dai vertici della società Jiayuan, produttrice di auto.
Il documento, in procinto di essere siglato da Ginatta, dopo aver avuto l’ok del ministero dello Sviluppo economico, prevede di negoziare il passaggio dell’uso della fabbrica ai cinesi, che avrebbero prodotto 50 mila auto elettriche in tre anni destinate al mercato europeo, nonché un investimento da 50 milioni di euro congiunto di Blutec e Jiayuan o di altri investitori che sarebbero stati coinvolti nel rilancio dello stabilimento. La parte cinese aveva anche preparato tutto per riuscire a sottoscrivere il documento durante la visita di Stato del presidente cinese Xi Jinping a Roma il prossimo 21-22 marzo. Ora anche questa partita è in mano all’amministratore giudiziario, il commercialista palermitano Giuseppe Glorioso, nominato dal gip di Termini Imerese dopo il sequestro delle società disposto insieme con gli arresti e l’interdizione a ricoprire incarichi societari per Ginatta e l’amministratore delegato di BluTec, Cosimo Di Cursi”.
I legali di Blutec e di Ginatta, dello studio Grande Stevens, hanno rilasciato una nota per respingere «con forza» le accuse contro gli indagati. Roberto Ginatta, ricordano i legali torinesi, è alla quarta generazione di una famiglia di industriali. Il Gruppo Blutec, sempre secondo gli avvocati, paga circa 65 milioni di stipendi l’anno a più di 3 mila dipendenti. «Al momento dell’ingresso nel dicembre 2014, nella sola Termini Imerese il gruppo ha investito più di 37 milioni di euro, pagando stipendi per un ammontare complessivo di 17,5 milioni con mezzi propri e senza attingere ad alcuna risorsa pubblica — sostiene ancora lo studio Grande Stevens — confidando anzi nel supporto doveroso di capitale pubblico per il rilancio del sito secondo i termini e gli strumenti consentiti dalla legge e nell’interesse della collettività». Di conseguenza, «è molto arduo immaginare una preordinata macchinazione per sottrarre fondi pubblici nettamente inferiori ai costi già ad oggi sostenuti in proprio per la reindustrializzazione del sito e i relativi progetti occupazionali».
Intanto a Termini Imerese i lavoratori sono sul piede di guerra: hanno occupato di nuovo la fabbrica siciliana per un’assemblea e si dichiarano pronti a manifestare a Roma davanti al Mise e a Torino davanti alla sede di Fca. Ed emergono particolari su come Ginatta gestiva lo stabilimento: il leader della Fiom siciliana, Roberto Mastrosimone, ha raccontato che «l’ex presidente Roberto Ginatta, in occasione del compleanno del figlio, ha fatto realizzare alle tute blu un modellino della Ferrari» come regalo. «È la dimostrazione di come la Blutec non abbia mai fatto sul serio e di come continuassero a giocare e a prendere in giro tutti sulla pelle dei lavoratori. Continueremo la nostra protesta fino a quando non forniranno una prospettiva concreta», ha dichiarato “.