Aperta a Campli, nell’ex convento dei Cappuccini, la “Casa Famiglia Manuela”, gestita dai coniugi Bruni, componenti della comunità Giovanni XXIII di don Oreste Benzi.
Un struttura che aveva scaturito diverse polemiche negli anni passati, perché inizialmente si voleva trasformare l’ex convento a centro di accoglienza per immigrati poi a centro di recupero per tossico dipendenti ma in fine però è stata fatta la scelta condivisa, come preannunciato quasi un anno fa dal sindaco Pietro Quaresimale, di portare nella struttura una casa famiglia. Oltre ai due coniugi e ai figli adottati, diversamente abili e con storie di abbandono, sono stati accolti altri ospiti portatori di diverse disabilità. L’iniziativa intrapresa dai frati Cappuccini era stata subito appoggiata dal Vescovo Michele Seccia, con l’intento unanime di dare un contenuto concreto al Giubileo straordinario della Misericordia indetto da papa Francesco. Inoltre va sottolineato che la risposta all’iniziativa da parte dell’Ordine Francescano secolare, dei parroci di Piancarani e di Campli, è stato unanime, compresa ovviamente la compagine amministrativa locale.
“La Casa Famiglia Manuela”, nasce a Grottammare (AP) nel 1998 da Gioacchino e Claudia, una coppia di sposi di San Benedetto del Tronto, che hanno scelto di seguire Gesù povero, servo e sofferente nella Comunità Papa Giovanni XXIII (Associazione internazionale privata di fedeli laici di diritto pontificio), fondata da don Oreste Benzi. Il nucleo stabile della famiglia è formato da Gioacchino e Claudia, poi da Silvio, il primo figlio adottato, accolto all’età di sei anni con una sindrome feto alcolica (oggi ne ha 27); Marco, accolto a sei mesi di vita idrocefalo, epilettico, affetto da tetraparesi spastica (oggi ha 19 anni); Valerio, accolto a tre mesi e completamente allettato, cieco, malato di tetraparesi, idrocefalo senza derivazione, epilettico, portatore di peg (oggi ha 10 anni); infine Sebastiana, giunta all’età di un anno e mezzo, sana come un pesce, ma con una dolorosa storia di abbandono alle spalle: oggi ha quasi 8 anni. Oltre i figli adottati ci sono: Dijana, una ragazza di origini croate con una tetraparesi spastica muta e immobile, epilettica e idrocefala. È nata a Spalato durante la guerra nei Balcani ed è giunta in Casa Famiglia all’età di 6 anni. Oggi ne ha 23. Ibrahim, un ragazzo rom giunto 10 anni fa insieme ai suoi due fratelli, i quali vivono attualmente in altre Comunità. Ibrahim oggi ha 19 anni. Raffaele, un ragazzo pugliese di 15 anni, giunto 4 anni fa, con ritardo mentale, ma soprattutto con una lunga lista di abbandoni alle spalle che gli hanno segnato gravemente la vita. I ragazzi frequentano regolarmente la scuola, tranne Valerio che riceve lezioni a domicilio, mentre i grandi sono impegnati in cooperative e centri diurni che si spera possano trovare continuità anche a Campli. In questo modo, i cappuccini – presenti da ben 435 anni a Campli dal 1579 al 2014 -, passano il testimone alla “Casa Famiglia Manuela” perché quel luogo benedetto continui a narrare con la dedizione ai più piccoli la vita buona del Vangelo.
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