Divieto di vendita di prodotti derivati dalla cannabis. Lo ha stabilito una sentenza a Sezioni Unite Penali della Corte di Cassazione, creando il caos tra tutti coloro che hanno affrontato anche pesanti investimenti per aprire delle attività.
Varie decine di questi solo nell’area metropolitana tra Chieti e Pescara, alcune hanno preferito restare chiuse, altre hanno regolarmente aperto in attesa, comunque di chiarimenti. Del resto è la stessa sentenza della Suprema Corte che indica un vuoto normativo, specie sulla questione del principio attivo, da una parte il cosiddetto “cbd” sotto la soglia dello 0,5, dall’altra il “thc”, che supera questa soglia. Nel mezzo una grande varietà d’inflorescenze che viaggiano sul filo e che comunque andrebbero controllate produttore per produttore. Intanto il business della cannabis leggera, nell’ultimo anno, ha avuto una crescita esponenziale, creando un’economia, frinchising, posti di lavoro, ed ora?
“Io, personalmente, non ho nulla da temere – ci riferisce Lorenzo Cecamore della CBDimension di Pescara – ho aperto l’attività gennaio del 2018 e in un anno e mezzo non ho avuto controlli o sanzioni, ho tutta le certificazione in regola, i miei prodotti sono stati sottoposti a specifiche analisi, pago le tasse regolarmente, per quale motivo dovrei chiudere?”
Eppure altri negozi in centro, a Pescara, stamane avevano le serrande abbassate, sulla vetrina di uno, in particolare, anche un avviso:
“A seguito della sentenza della Corte di Cassazione di ieri, 30 maggio 2019, in attesa di valutare e conoscere le motivazioni, siamo costretti a sospendere la vendita di inflorescenze, resine ed oli, che pure lo ribadiamo per tranquillità della nostra clientela sono privi di effetti droganti.”
Ci sono poi tutte quelle attività che già da tempo hanno diversificato la vendita spaziando sui prodotti di coltivazione in generale e rispedendo al fornitore le inflorescenze come Vincenzo Ambrosio di Idroponica a San Giovanni Teatino:
“Nel dubbio abbiamo preferito riconsegnare la merce al venditore – dichiara Ambrosio – certo è che su questo tema c’è come al solito tanta confusione. Ci sono miei clienti che hanno fatto investimenti, messo mano ai risparmi di una vita per acquistare terreni per la coltivazione di canapa, acceso mutui, assunto personale, che ne sarà ora di loro?”.
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