La sezione civile della Corte di Appello dell’Aquila rigetta gli appelli dell’Adsu e della Regione Abruzzo confermando le responsabilità civili e i risarcimenti stabiliti dal Tribunale
La Corte ha ritenuto infondati in fatto e in diritto i ricorsi e ha dichiarato le responsabilità civili della Regione Abruzzo, dell’Adsu (azienda per il diritto allo studio universitario ) in solido tra loro, per la morte di Hussein Hamade, detto Michelone ragazzo israeliano di 21 anni, studente della facoltà di Medicina,morto il 6 aprile del 2009 sotto il crollo della Casa dello Studente. I familiari sono stati rappresentati e difesi dall’avvocato Wania Della Vigna, del foro di Teramo.
L’avvocato Della Vigna afferma che «Con la richiamata sentenza, la Corte d’Appello ha sottolineato i profili di responsabilità dei due enti; la Regione in quanto ente proprietario del bene, e dell‘Adsu in quanto ente gestore, all’epoca in cui furono eseguiti i lavori di trasformazione del Palazzo Angelini a studentato per universitari fuori sede, omettendo qualsiasi intervento di consolidamento strutturale atteso che l’immobile era già stato ritenuto da Abruzzo Engineering (ente regionale) fabbricato con “criticità strutturali” e quindi necessitava di interventi di consolidamento statico e sismico.
Dunque, responsabilità solidale degli enti Regione Abruzzo e Adsu con gli ing. e i tecnici già condannati in via definitiva dalla Cassazione, per i reati di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose,crollo di edificio e disastro colposo.
Condanna solidale di tutti i soggetti responsabili per difetti costruttivi, manutentivi o in ragione di colpose condotte omissive e commissive in rapporto causale con il crollo e con un aggravamento degli effetti del crollo.
I magistrati della Corte di Appello hanno ripercorso tutta la vicenda processuale (agli atti) da quella penale, dalle indagini della Procuradella Repubblica di L’Aquila con il dott. Fabio Picuti, alle sentenze del Gup ( dott Giuseppe Grieco) con conferma della Corte di appello e Cassazione oltre la sentenza civile di primo grado,rimarcando le cause del crollo (sulla base della perizia della prof.ssa Gabriella Mulas ) e i profili di responsabilità civile, rigettando tutte le tesi degli appellanti, confermando il risarcimento danni per tutti i familiari del povero Michelone,con condanna per gli appellanti alle spese processuali.
Rigettando – ancora una volta- la tesi del sisma come evento eccezionale ed imprevedibile tale da costituire un caso fortuito o forza maggiore, da escludere totalmente la responsabilità umana.
Inoltre, la Corte d’Appello ha contemporaneamente emesso altre due Sentenze con le quali ha ugualmente rigettato le doglianze di Adsu e Regione Abruzzo (enti appellanti) confermando nei loro confronti il risarcimento da lesioni per altri due ragazzi sopravvissuti sotto il crollo della Casa dello studente.
A questo punto viene da chiedersi: dopo circa 14 anni, il susseguirsi di sentenze penali e civili- tutte conformi nell’attribuire la responsabilità prioritaria dell’uomo nella causazione dell’evento crollo- non sia il segno tangibile che la via processuale debba ormai concludersi?
Non si pensa che sia giunta l’ora di elargire i giusti risarcimenti ai familiari delle vittime oppure bisogna continuare ad impugnare ancora le sentenze sempre per sostenere infondatamente la colpa esclusiva del terremoto?
Mi rivolgo in particolare alle Autorità degli enti preposti, se non sia giunto il momento di riconoscere le responsabilità civili già definitedalle sentenze immediatamente esecutive e pagare i giusti risarcimenti ai familiari delle vittime , che attendono da 14 anni Verità e giustizia, piuttosto che continuare ad affrontare costosissime cause che hanno determinato e stanno determinando solo un accanimento “non” terapeutico, ingiustificato di fronte ad una così grande tragedia umana».