Il sindaco di Castelli Rinaldo Seca risponde ad alcune critiche mosse sulla presenza, per il periodo natalizio, del presepe monumentale in piazza San Pietro, in Vaticano.
Il primo cittadino parla di una “straordinaria opera d’arte della quale siamo molto orgogliosi. Invito tutti, prima di parlare, ad approfondire la conoscenza della sua storia e quello che rappresenta per la nostra comunità“.
Il presepe, realizzato dagli artigiani di Castelli, ha scatenato una serie di reazioni e commenti in primis la bocciatura da parte del critico d’arte e parlamentare Vittorio Sgarbi secondo il quale “in Abruzzo che solitamente producono degli autentici capolavori, non c’entra niente con la religione cattolica. I personaggi sembrano degli astronauti“.
Le venti delle 54 statue in grandezza naturale di ceramica realizzate tra il ’60 e il ’70 dai docenti e dagli studenti dell’allora Istituto d’arte, oggi Liceo artistico “Grue”, stanno facendo parlare di sè.
Secondo il giornalista Antonio Socci ne “Il presepe di automi del Vaticano e l’esaltazione della figura umana del figlio di Dio, le statue sono figure stravaganti o extraterrestri. In contesti diversi questa rappresentazione può avere valore, ma in una collocazione natalizia davanti a San Pietro appare fuori luogo. Non si discute il valore artigianale dei manufatti, ma la scelta del Vaticano perché il presepio di San Pietro deve essere riconoscibile al popolo”.
Il giornalista Nicola Porro rincara la dose e parla de “Il presepe di Papa Francesco è horribilis come l’anno 2020. La natività ricorda la forme della Pachamama, un idolo pagano e uno dei protagonisti assomiglia all’astronauta di Alien”.