Centrale Snam: nella raffica di ricorsi contro l’ok del Governo alla centrale di spinta della Snam nella Valle Peligna, anche quello di 20 sindaci del territorio.
E’ quanto stabilito ieri mattina nel corso di un vertice a Palazzo S.Francesco alla presenza del sindaco di Sulmona Annamaria Casini, dei rappresentanti dei vari comitati, ma soprattutto dell’avvocato Alfonso Celotto, esperto di temi ambientali. Il ricorso congiunto, tecnicamente definito “ad adiuvandum”, sarà agganciato a quello principale del Comune di Sulmona, e punterà sui tanti aspetti che evidenziano l’inopportunità dell’opera: sicurezza, ambiente e qualità dell’aria. Resta da comprendere se l’eventuale provvedimento a favore dei giudici del Tar possa risultare davvero efficace. Su questo punto Celotto ha precisato, nella riunione, che l’autorizzazione del governo, datata 22 dicembre scorso, non fa partire in automatico i lavori, ma stabilisce soltanto la conclusione della conferenza dei servizi, per cui chiedere ora una sospensiva non ha senso, casomai avrà più senso quando il Ministero per lo sviluppo economico emetterà un decreto:
“Sono molteplici gli aspetti di cui il governo deve tenere conto – ci spiega il sindaco di Sulmona Annamaria Casini – non può da una parte inserire Sulmona nel progetto Casaitalia, come laboratorio per lo studio della prevenzione dal sisma e dall’altra dare l’ok alla realizzazione di una struttura che sorgerà quasi sopra la faglia della Maiella, per altro ancora attiva. C’é poi l’aspetto dell’inversione termica, fenomeno tipico di un territorio a conca come il nostro, dove avviene un naturale ristagno dell’aria, immaginate gli effetti per queste popolazioni con un eco-mostro del genere a due passi da casa, senza contare il fatto che l’incendio della scorsa estate sul Morrone ci ha privato di una gran parte di polmone per la rigenerazione di aria pulita, in attesa di una riforestazione per la quale ci vorranno molti anni.”
Un lungo elenco di motivazioni a contrasto della tesi del Ministro Calenda che parla di opera strategica per il Paese, oltre 700 chilometri da Brindisi fino all’Emilia Romagna lungo i quali dovrà passare il metano proveniente dall’Azerbaijan, a condizioni certamente più rischiose rispetto al metano russo, un’opera imponente sulla quale la Snam ha deciso, attraverso la tecnica del “Salami Slicing”, di spezzettare le procedure per l’autorizzazione. Un metodo, per altro, osteggiato fortemente dalle direttive europee e per questo sorge la legittima domanda se non sia ancora più efficace, ancor più che avanzare ricorsi al Tar, rivolgersi direttamente alla Corte di Giustizia Europea.
IL SERVIZIO DEL TG8: