Un manifesto in cui si esprime dolore per ‘Morte della prescrizione’ e fascette a lutto da indossare nelle udienze del gennaio prossimo.
Così la Camera Penale di Chieti, per protesta contro la riforma della prescrizione in vigore da domani, ha manifestato davanti al palazzo di giustizia. Su un tavolino una toga e manifesti ‘funebri’ con i quali ci ‘si unisce alla sofferenza della Giustizia’. Una ventina di avvocati, in testa il presidente della Camera Penale di Chieti Italo Colaneri e il presidente dell’Ordine di Chieti Goffredo Tatozzi.
“La prescrizione fino a oggi purtroppo è stata vista dal populismo e dalla politica più becera come un valore. L’unione delle camere penali, invece, ha sempre sostenuto che è una medicina contro la stortura, il malcostume dell’irragionevole durata dei processi – ha detto Colaneri – Benché l’articolo 111 della Costituzione sia stato modificato nel senso di sancire la ragionevole durata del processo ad oggi i tempi dei processi non si sono affatto abbreviati”. “Da una ricerca dell’Eurispes emerge che in Italia su 13mila processi il 70 per cento si prescrive durante le indagini preliminari – ha proseguito Colaneri – e in fase Gip, cioè prima di arrivare al processo. Quindi il populismo della politica ha voluto far sì che si addossasse surrettiziamente la lungaggine dei processi agli avvocati, ma così non è. Si è voluto eliminare l’istituto della prescrizione, millenario, che è come una medicina contro il cancro della lungaggine. Con la riforma fatta il processo dopo il primo grado potrà anche durare 20, 30 e 40 anni e questo è insostenibile – ha aggiunto l’avvocato – Bisogna che ci siano tempi certi e purtroppo la prescrizione ha rappresentato sino ad oggi l’unica medicina. Con l’abrogazione dell’istituto della prescrizione, che da domani non esisterà più, vivremo tempi di decadenza. Abbiamo preparato fascette a lutto che la Camera Penale di Chieti distribuirà, da indossare per una settimana intera durante i processi che si terranno dal 7 gennaio – ha concluso Colaneri – a dimostrazione della nostra sofferenza, del nostro cordoglio non per la morte della prescrizione, ma per la sofferenza della giustizia”.