Si svolgerà, giovedì 24 ottobre, a Chieti lo spettacolo “Gabriele d’Annunzio, la memoria del sentimento popolare” tratto da un’idea dello studioso abruzzese Enrico Di Carlo.
L’evento, organizzato dall’Associazione “Noi del G. B. Vico”, sarà ospitato dall’auditorium “Le Crocelle” di via dei Crociferi 1 a Chieti. L’ingresso allo spettacolo, che avrà inizio alle ore 18.00, è gratuito. La serata è dedicata al professore Filippo Canci, apprezzato docente di materie letterarie presso i Licei teatini, dal “G. B. Vico” al “Masci”, scomparso lo scorso 29 maggio.
Enrico Di Carlo (voce narrante) e Alessio Tessitore (che legge d’Annunzio), accompagnati da Fabio D’Orazio alla fisarmonica, ripropongono il rapporto dello scrittore con l’Abruzzo. Rapporto, che negli anni, si è sempre più sviluppato attraverso un indissolubile cordone ombelicale. Mediante la lettura di brani letterari, poetici, ma anche intimamente biografici, emerge un d’Annunzio diverso, ben lontano dall’immagine del superuomo, del poeta-soldato, dell’esteta.
Enrico Di Carlo spiega che si tratta di “Lettere affettuosissime scritte alle compagne del momento, o effervescenti sonetti dialettali inviati agli amici corregionali, mettono in luce un legame ancestrale, profondo, che fino alla morte sempre più ha unito d’Annunzio alla propria casa, alla propria madre, alla propria terra. A fare da filo conduttore a questo indissolubile rapporto con la regione, sono i cibi. I sapori della cucina di mamma rappresentano per lui i sapori dell’Abruzzo. Il parrozzo, la porchetta, i maccheroni con le vongole, il cacio pecorino, si trasformano in altrettanti ritorni della memoria all’infanzia e alla gioventù.
Anche il d’Annunzio astemio diventa così occasione per raccontare di storie condivise goliardicamente con gli amici del tempo, e sublimate nella memorabile prefazione al libro del tedesco Hans Barth, Osteria. Guida spirituale delle osterie italiane da Verona a Capri, considerato la prima guida enogastronomica italiana.
D’Annunzio ha saputo collocare l’Abruzzo non soltanto al centro della sua vita, ma anche di una produzione letteraria tra le più vibranti, creando, nel contempo, insieme ad altri artisti (tra i quali emerge la figura del pittore Francesco Paolo Michetti), un forte interesse nei confronti della regione da parte di intellettuali italiani e stranieri del tempo”.
A conclusione dello spettacolo, l’Associazione “Noi del G.B. Vico”, in collaborazione con la Casina dei Tigli, ha organizzato una Cena dannunziana. La partecipazione all’evento è facoltativa e a pagamento, previa prenotazione. Il menu proposto è stato appositamente selezionato seguendo le preferenze culinarie del Vate.