Domenica 26 giugno, in esclusiva a Chieti, dalle ore 9 alle 12:30, nella parrocchia Santi XII apostoli, si terrà la mostra statica delle moto d’epoca della lambretta. Si tratta di un evento dedicato ai tanti appassionati dello scooter che ha segnato un’epoca della storia italiana e non solo visto che saranno presenti veicoli provenienti da tutta la penisola e da tutto il continente europeo.
L’iniziativa è organizzata in collaborazione con il referente dell’Associazione culturale Amiterno’s Brother’ e di don Emiliano Straccini e vedrà la partecipazione del presidente del Club Abruzzo e vice presidente della Lambretta club Italia Paolo Bavecchi.
La Lambretta è uno scooter italiano prodotto dalla industria meccanica Innocenti di Milano, nel quartiere Lambrate, dal 1947 al 1972. Il nome “Lambretta” deriva dal fiume Lambro, che scorre nella zona in cui sorgevano proprio gli stabilimenti di produzione.
Come la Vespa, anche la Lambretta aveva un motore a 2 tempi funzionante a miscela olio-benzina, 3 o 4 marce, con una cilindrata che variava dai 39 ai 198 cm³. Diversamente dalla Vespa, che è stata costruita con un telaio costituito da un solo pezzo, la Lambretta aveva una struttura tubolare più rigida su cui veniva assemblata la carrozzeria. I primi modelli prodotti presentavano la caratteristica della “carrozzeria scoperta”, distinguendosi quindi totalmente dalla Vespa (totalmente carenata), diventando il tipico segno di riconoscimento dello scooter milanese. Comunque i successivi modelli prodotti, esattamente dal modello C del 1950, furono presentati anche in versione carenata; proprio questo modello, criticato da Piaggio per la somiglianza concettuale con la Vespa, ebbe un gran successo tanto che dal 1957 in poi, escludendo il modello LUI, la Lambretta fu sempre prodotta con carrozzeria “chiusa”, con parafango anteriore solidale alla carrozzeria e con collocazione centrale del motore.