In tanti oggi a Chieti hanno partecipato ai funerali di Germano De Cinque. “Era un gentiluomo di un tempo eterno e un esempio permanente” hanno detto ricordando la figura del notaio e del politico durante le esequie celebrate a Chieti.
Un gentiluomo che amava l’Abruzzo Germano De Cinque: viene ricordato così da tutti coloro che lo hanno conosciuto il notaio, il politico, già senatore e sottosegretario della Democrazia Cristiana. De Cinque è morto giovedì scorso, 25 luglio, 83 anni per un malore accusato mentre stava facendo il bagno al mare a Francavilla.
Una folla composta e commossa gli ha reso omaggio e in tanti si sono stretti al dolore della moglie Giulia La Morgia, della figlia Marianna, del genero Filippo Guastella e della nipote Giulia Maria sia nella camera ardente, allestita nella sala consiliare della Provincia di Chieti, ente del quale De Cinque fu presidente dal 1970 al 1976, sia nella cattedrale di San Giustino dove monsignor Nerio Di Sipio e monsignor Angelo Vizzarri hanno concelebrato il funerale.
Il feretro è stato preceduto dai gonfaloni della Provincia di Chieti, la città dove ha vissuto e ha esercitato la professione di notaio, e del Comune di Casoli dove è nato.
Erano presenti alla cerimonia funebre il senatore Luciano D’Alfonso, il deputato Camillo D’Alessandro, il vice presidente uscente del Csm e consigliere regionale Giovanni Legnini, il presidente dell’Amministrazione provinciale di Chieti e sindaco di Lanciano Mario Pupillo, i sindaci di Chieti Umberto Di Primio e di Casoli Massimo Tiberini, il presidente del Consiglio Notarile Dei Distretti Riuniti di Chieti Lanciano e Vasto Giuseppe Tragnone, l’ex assessore regionale Paolo Ciammaichella, Antonio Menna, ex consigliere regionale dell’Udc il quale ha ricordato il “maestro di vita che è stato un esempio per tutti i giovani democristiani della sua generazione ” e il noto giornalista Stefano Folli.
In molti ne hanno elogiato la “Grande figura di professionista, politico e amministratore nel panorama locale e nazionale, tra le migliori figure di un Abruzzo che poteva contare su grandi personalità. Un uomo delle istituzioni profondamente onesto e trasparente che amava l’Abruzzo. Si è prodigato per la industrializzazione della Val di Sangro ed oggi la nostra zona vive su quelle scelte politiche”.
E’ stato menzionato l’importante ruolo che ha svolto nella nascita dell’Università d’Annunzio che ha consentito a “Molti giovani che non potevano, per ragioni economiche, andare a studiare fuori regione di laurearsi. Persona che, con modestia, ha saputo dare tantissimo. Persona onesta e retta, aveva garbo e signorilità ed era uomo mite ma non arrendevole. Ha svolto un importante ruolo nel cda del Premio Michetti. Aveva capacità di accogliere. Ha molto amato la sua famiglia e ne è stato altrettanto riamato tanto che ha lasciato un vuoto incolmabile. Non era capace di provare rancore neppure nei confronti di coloro che gli avevano fatto del male e, quando parlava in pubblico incontrava sapeva affascinare ma sapeva anche ascoltare gli altri”.