Presidio degli operatori socio sanitari di Chieti con i sindacati davanti alla direzione della Asl 2. Chiedono risposte alla carenza di personale e alla stabilizzazione dei precari
Senza il rinnovo dei contratti, in scadenza il 30 settembre, 150 lavoratori precari rischiano di diventare disoccupati hanno detto questa mattina ai giornalisti presenti.
Ad illustrare le difficili condizioni di lavoro e la mancanza di prospettive sono stati il segretario della Funzione pubblica della Cgil di Chieti Giuseppe Rucci, il coordinatore dell’Unione Sindacale di Base Lavoro Privato di Abruzzo e Molise Romeo Pasquarelli e il segretario provinciale del Sindacato delle professioni infermieristiche Nursind di Chieti Vincenzo Pace i quali hanno spiegato che: «Ieri erano gli angeli della pandemia, chiamati a gestire l’emergenza Covid con un prezzo altissimo anche in termine di contagi; ora rischiamo di diventare i disoccupati di domani, se non si provvederà al rinnovo dei contratti in scadenza e alla stabilizzazione dei precari.
Siamo un paese senza memoria, dove in un attimo si passa da eroi a disoccupati. Questo è il ringraziamento doveroso per chi ha gestito la pandemia e oggi si trova a vivere una situazione senza senso. Tutte le storture emerse durante la pandemia, soltanto due anni fa, a partire dalla carenza di personale, non hanno insegnato nulla e anzi oggi addirittura mettono gli uni contro gli altri, precari e idonei. Per questo oggi diciamo basta contrapposizioni. Si aumentino i tetti di spesa e il fabbisogno e si proroghino i contratti a termine in scadenza il 30 settembre.»
Il presidio di martedì è solo un primo momento di denuncia. Porteremo avanti la mobilitazione, se non arriveranno le risposte sperate».