Una stampa del gioco dell’oca risalente al 1748 è stata rinvenuta presso l’Archivio di Stato di Chieti.
Il rinvenimento del “piacevole gioco dell’oca” – come scritto in un angolo del foglio, è una scoperta affascinante ancor di più perché utilizzata come foglio di riciclo all’interno della copertina – tecnicamente coperta – di un protocollo notarile.
“Si tratta di un modello che si rifà al primo gioco dell’oca rinvenuto in Italia e appartenente ai Medici – racconta l’archivista Maria Romana Caforio autrice del rinvenimento – Anche se le origini del gioco parrebbero cinesi – prosegue la Caforio – in Italia le prime notizie che ci parlano del gioco risalgono al ‘500: alla Corte dei Medici. E’ un’edizione del gioco donato nella seconda metà del ‘500 da Francesco I dei Medici a Filippo di Spagna”.
Il gioco ritrovato a Chieti ripropone tutte le regole di derivazione fiorentina: nelle caselle multiplo del 9 si ha un’oca e ci sono caselle che determinano passi in avanti o indietro come il labirinto, lo scheletro e l’osteria. Al centro figura l’immagine di tre giocatori con abiti medioevali e tre copricapo diversi l’uno dall’altro.
“Quello che sappiamo per certo – illustra Antonello De Berardinis, direttore dell’Archivio di stato di Chieti – è che la stampa è databile agli anni antecedenti al 1748 poiché è stata utilizzata per la rilegatura all’interno della coperta negli anni successivi all’attività del Notaio Felice Antonio Tofani che ha esercitato a Bolognano – all’epoca provincia di Chieti – fino al 1748. Ma non è l’unico gioco dell’oca ritrovato nell’archivio di Stato di Chieti: nei fondi della prefettura, infatti, è stato rinvenuto un altro gioco dell’oca realizzato negli anni della seconda guerra mondiale utilizzato per insegnare ai bambini le tecniche da attuarsi in caso di bombardamento. Un’evoluzione a distanza di secoli. “Chieti si conferma una città ricca di storia e di ritrovamenti interessanti – ha dichiarato il Direttore dell’Archivio di Stato teatino -; il nostro compito continuerà ad essere quello di restituire alla città sempre pezzi di storia e documentazione essenziale per arricchire il patrimonio culturale della città”.