Sarà inaugurata domani a Chieti una scultura per ricordare le 29 vittime della tragedia dell’hotel Rigopiano di Farindola.
Due mani rivolte verso la montagna: è la scultura in pietra della Majella è collocata nel quartiere del Sacro Cuore di Chieti dove era nato e cresciuto Dino Di Michelangelo, rimasto sotto le macerie dell’hotel insieme alla moglie, Marina Serraiocco, tra le 29 vittime della valanga che il 18 gennaio del 2017 ha distrutto il resort a Rigopiano di Farindola. Il figlio della coppia, Samuel, invece, è uno degli undici superstiti. A volere la scultura sono stati gli amici di Dino, che lavorava come poliziotto a Osimo. L’iniziativa, resa possibile grazie al contributo finanziario dei due imprenditori di Chieti Manuel Carlo Pantalone e Paolo De Cesare, è stata presentata oggi in conferenza stampa, alla presenza del fratello di Dino, Alessandro Di Michelangelo, anch’egli poliziotto, e del nipote di Dino, Francesco Di Michelangelo, rappresentante del Comitato vittime di Rigopiano, e degli ideatori dell’opera Alessandro Ghionni e Mariaelena Carulli.
Alessandro Di Michelangelo ha detto. “Motivo di orgoglio ed emozione è sapere che i colleghi di Dino e un’associazione della Polizia di Stato hanno voluto ricordarlo chiedendo il permesso di apporre una targa accanto a quest’opera”.
Alessandro Ghionni ha spiegato che “L’opera è nata dall’idea di mantenere sempre vivo il ricordo dei 29 angeli di Rigopiano e dell’indimenticato amico Dino affinché quel luogo diventi un posto di memoria attiva, per mantenere sempre vivo il ricordo di tutte le persone purtroppo scomparse a Rigopiano”.
Mariaelena Carulli ha aggiunto:”Noi tre con Dino siamo cresciuti insieme e la montagna ci accomuna perché abbiamo frequentato d’estate tutti i campeggi: quella scultura vuole essere un simbolo per ricordare sia Dino sia tutte le vittime di Rigopiano”.