Il direttore Paolo Cacciagrano e i lavoratori del Ciapi lanciano un appello alla Regione affinchè venga scongiurata la chiusura definitiva del centro di formazione.
Ciapi è l’acronimo di Centro internazionale addestramento professionale industria ed è nato a Chieti nel 1968 ma, a causa dei bilanci in perdita sia dell’associazione che della fondazione, rischia la definitiva chiusura. Appello alla Regione del direttore Paolo Cacciagrano e dei lavoratori affinchè si trovino soluzioni per ripianare la situazione debitoria.
La nuova giunta regionale ha deciso di portare avanti il progetto, avviato dalla precedente amministrazione, di estinguere la Fondazione Ciapi”, nata il 5 gennaio del 2001 a sostegno del
centro di formazione, e di dare parere positivo allo scioglimento dell’Associazione Ciapi.
Nella seduta di giunta regionale di lunedì scorso è stata discussa la relativa delibera, in assenza dell’assessore Mauro Febbo, di riferimento territoriale, che si è sempre battuto per evitare la chiusura del Ciapi e che parla di uno “sgarbo istituzionale”.
Il direttore Cacciagrano punta il dito contro alcuni dirigenti della Regione “Hanno sostenuto tesi non accettate dalla magistratura a cui si sono rivolti i dipendenti del Ciapi non pagati e ora temono per il futuro. I debiti con l’erario e i dipendenti ammontano a 3 milioni di euro e potrebbero ancora essere ripianati contraendo un mutuo, le cui rate andrebbero saldate con i due stanziamenti regionali da 600mila euro, e così pagare i dipendenti e transare con l’erario oppure regionalizzando l’ente, passando i dipendenti alla Regione, così come aveva pensato l’ex assessore regionale alla formazione Marinella Sclocco, mediante un progetto, poi bloccato dal fatto che la Regione si è trovata alle prese con il riassorbimento dei dipendenti delle Province”.
L’assessore Febbo spiega ” Non ero presente alla riunione di giunta di lunedì perché impegnato in un convegno con il Cresa. È stato uno sgarbo istituzionale non parlarne con me. Ho chiamato il presidente Marco Marsilio e siamo già d’accordo per aprire insieme una riflessione. Certo è che chi ha avviato questo progetto è stata la precedente amministrazione di Luciano D’Alfonso, che ha revocato l’accreditamento al Ciapi e gli ha negato la personalità giuridica: due atti che ne hanno segnato il destino. A questo punto il problema è molto complesso, ho già avvisato i miei legali di fiducia per studiare meglio lo scenario”.