Oggi ricorre il quinto anniversario del terremoto che ha distrutto Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto e causato 300 vittime. Finalmente si vedono i cantieri.
Oggi ricorre il quinto anniversario del terremoto che ha distrutto Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto e fatto danni nei 138 comuni del cratere 2016. Sono state 300 le vittime del terremoto che ha colpito il Centro Italia e tante persone ancora attendono di rientrare nelle proprie case. Tra i presenti alla commemorazione c’è anche il premier Draghi.
Proprio ieri la struttura commissariale guidata da Giovanni Legnini ha presentato un dossier analitico di 40 pagine sulla situazione comune per comune (leggi qui). Amatrice e Accumoli in provincia di Rieti e Arquata del Tronto in quella di Ascoli sono i comuni che hanno sofferto vittime e subìto maggiori danni. La ricostruzione qui purtroppo è stata avviata solo nell’ultimo anno a conclusione di percorsi molto complessi, a partire dalla perimetrazione delle aree. Le immagini di Amatrice oggi sono ancora un pugno nello stomaco. Però l’impronta del commissario Legnini e dei due dirigenti degli uffici speciali Raffaello Fico (cratere 2009) e Vincenzo Rivera (cratere 2016) fortunatamente si vede e sono partiti i cantieri, anche se resta tanto da fare.
E anche nell’aquilano qualcosa si muove. Basti pensare a Campotosto con la partenza finalmente, dopo 12 anni, del cantiere di via Roma. Vale la pena ricordare che ci sono molti comuni dell’alta valle dell’Aterno, come Montereale, oltre a Campotosto stesso, e tanti altri imbrigliati nelle questioni burocratiche del doppio cratere. Durissime le scosse di 12 anni fa, fatali quelle di 5 anni fa a completare l’opera distruttiva e la situazione complessa di molti piccoli centri che rischierebbero l’abbandono se la ricostruzione dovesse stentare ancora.
Il sindaco di Montereale Massimiliano Giorgi parla dei tantissimi problemi che ci sono stati e la ricostruzione di fatto è partita da poco, ma riconosce il grande lavoro del commissario Legnini e sottolinea come molte persone con le seconde case stiano tornando. Anche la città dell’Aquila oggi ricorda le vittime e si stringe alle popolazioni colpite. L’Aquila e Amatrice sorelle accomunate da una storia terribile. Se L’Aquila vede la luce oggi, l’auspicio è che presto possano farlo tutte quelle comunità che sono state colpite e stanno ancora soffrendo.