A Pescara la politica si divide sulla cittadinanza onoraria a Liliana Segre catapultando il capoluogo adriatico alla ribalta nazionale.
E’ polemica politica a Pescara, con riflessi a livello nazionale, dopo la bocciatura della proposta del centrosinistra di conferire la cittadinanza onoraria a Liliana Segre. Secondo il centrodestra, in primis la Lega, la senatrice a vita, ebrea italiana, nata a Milano nel 1930, quando era bambina era stata deportata nel campo di sterminio nazista di Auschwitz, non ha legami con la città.
Liliana Segre da ieri, 7 novembre, è sotto scorta in seguito alle numerose minacce ricevute via web e ad uno striscione di Forza Nuova esposto mentre la senatrice stava partecipando ad un appuntamento pubblico. La Segre è la prima firmataria della proposta di legge che prevede l’istituzione di una commissione contro l’odio razziale che è stata approvata in Senato con 151 voti a favore mentre 98 senatori della Lega, di Forza Italia e di Fratelli d’Italia si sono astenuti.
La consigliera comunale di minoranza, candidata a sindaco del centrosinistra di Pescara, Marinella Sclocco ha annunciato la richiesta di conferire la cittadinanza onoraria alla Segre ed afferma che “Pescara è una città accogliente e inclusiva, perché l’elevato valore morale e umano della sua, e purtroppo anche nostra storia, rivestono una profonda rilevanza, perché affermano valori fondamentali di pace, giustizia, cultura e libertà. E Pescara li deve affermare, perché è diversa da chi insulta la Segre”.
Il sindaco Carlo Masci afferma che “La vicenda della senatrice Liliana Segre, testimone vivente dell’orrore della Shoah e dei rigurgiti di antisemitismo via web, è una cosa troppo seria per farne oggetto di una sterile e soprattutto strumentale polemica politica. E appunto per questo trovo degno del teatro dell’assurdo e indegno della coscienza civile alimentare un dibattito su un argomento sul quale tutti siamo e dobbiamo essere d’accordo.
La proposta di concedere la cittadinanza onoraria di Pescara alla senatrice Liliana Segre non può e non deve essere lanciata sul tavolo di discussione per motivi puramente politico-emozionali, sminuendo il suo ruolo e svilendo il concetto stesso di cittadinanza onoraria. Da sindaco di Pescara sarei onorato e fiero di annoverare come concittadina una personalità come Liliana Segre, ma allo stesso tempo non posso non rilevare che tale concessione deve consolidare un legame preesistente e non può calare dalla rutilante iniziativa estemporanea di una consigliera comunale. Proprio per questo motivo ho già dichiarato pubblicamente di voler ospitare la senatrice Segre a Pescara in occasione del Giorno della memoria, il 27 gennaio 2020, per testimoniarle il nostro affetto, la nostra solidarietà concreta, il nostro senso di ripudio di ogni forma di antisemitismo e di ferma condanna degli orrori del passato. E creare così quel rapporto tra lei e Pescara che finora è mancato.
Quale sia la nostra ferma posizione su Shoah e antisemitismo è in perfetta coerenza con quanto questa amministrazione sta concretamente facendo e di cui qualcuno preferisce invece non accorgersi, innescando controversie che non esistono, estrapolando ad arte frasi dal contesto, alimentando polemiche che non hanno ragion d’essere. Ho personalmente voluto che per la prima volta Pescara fosse in prima fila tra le città europee per la XX Giornata della cultura ebraica, che si è tenuta non a caso a Palazzo di città. L’amministrazione comunale ha altresì promosso l’incontro Pescara-Israele.
Ad ambedue gli eventi non abbiamo visto partecipare nessuno di chi oggi si straccia le vesti e punta il ditino di un moralismo che sa tanto di speculazione politica e di trovata pubblicitaria autopromozionale. Respingo pertanto ogni provocazione e ogni bassa insinuazione su un tema che richiama alla memoria le atrocità del passato e le intolleranze del presente, che si combattono con la diffusione della cultura e non con slogan di partito e proclami che non sono né premesse né conseguenze di atti concreti.
Se la senatrice Liliana Segre va omaggiata per essere stata una vittima innocente del nazismo, allora siamo tutti in ritardo, considerato che la cittadinanza onoraria non è stata concessa né a lei né a personalità come Piero Terracina, Sami Modiano, le sorelle Bucci, ai sopravvissuti della Shoah e alle vittime di ogni totalitarismo che purtroppo la Storia non ci ha risparmiato; se lo è , invece, per la violenza del web, l’elenco sarebbe sterminato, e quindi il criterio sarebbe del tutto sbagliato, perché dobbiamo in altri modi trasmettere ideali e valori alle nuove generazioni, sottraendole così alle banalizzazioni, alle superficialità, alle strumentalizzazioni di partito, ai rischi di veicolare odio e insulti con la vigliaccheria dell’anonimato.
Un percorso si costruisce anche, a esempio, ricordando con vie e giardini i perseguitati e gli oppressi di tutti i totalitarismi, i Giusti tra le nazioni che rischiarono la vita per salvare gli ebrei dalla deportazione e dalla morte, quella Brigata ebraica che versò il suo sangue nella guerra di liberazione dal nazifascismo e che per biechi motivi politico-ideologici viene esclusa dalle celebrazioni del 25 aprile”.
Il capogruppo della Lega Vincenzo D’Incecco sottolinea che “Mancano i presupposti per la cittadinanza onoraria perché manca un legame con il nostro territorio; a questo punto dovremmo conferirla anche ai tanti rappresentanti delle istituzioni che ricevono pubbliche offese e minacce. Sono gravi le quelle ricevute dalla Segre e sono gravi tutte sui social e non solo, destinate a qualsiasi personaggio pubblico. Ancor più gravi sono le minacce che si riferiscono a fatti legati alla libera espressione di pensieri e atti nella attività istituzionale e parlamentare. Bene ha fatto il prefetto di Milano ad assegnare la scorta alla senatrice e bene farebbero i prefetti ad assegnare la scorta a ogni rappresentante delle istituzioni che quotidianamente, per l’espressione del proprio pensiero”.
Il capogruppo di Fratelli d’Italia Fabrizio Rapposelli propone di rafforzare l’idea della Sclocco “Estendendola anche ad altre figure, nel senso che ci sono anche parenti e vittime di altri fatti ad esempio in riferimento alle foibe, che dovrebbero avere lo stesso trattamento e lo stesso riconoscimento”.
Sul caso della senatrice a vita Liliana Segre, intervengono il capogruppo in Consiglio regionale di Fratelli d’Italia Guerino Testa, ed il coordinatore regionale del partito Etel Sigismondi: “Fratelli d’Italia accoglie favorevolmente la proposta di conferire la cittadinanza onoraria alla senatrice Segre verso cui esprimiamo massimo rispetto e sostegno. Una posizione che Fratelli d’Italia ha già assunto in tempi non sospetti, nel settembre scorso allorquando nel Consiglio comunale di Vasto fu proposta analoga iniziativa. Totale nostro assenso allora, come oggi per Pescara”.
“Dopo lo sfruttamento della prostituzione, dovrebbe essere introdotto un nuovo articolo nel codice penale: sfruttamento dei senatori a vita. Massimo rispetto per Segre e per chi ha vissuto gli orrori dei campi di concentramento e sterminio, soprattutto comunisti, tuttavia usare una persona anziana per stimolare l’emotività collettiva ai fini politici è quanto di più squallido possa esserci”. Lo scrive sul proprio profilo Facebook Marco Aurelio Forconi, consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Montesilvano (Pescara) ed ex leader regionale di Forza Nuova. “Giusta replica del sindaco Masci al gruppo consiliare del Pd”, aggiunge Forconi. “Prima di proporre sarebbe preferibile studiare i testi che disciplinano certe norme”.
Il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi commenta così la proposta di conferimento della cittadinanza onoraria del consigliere comunale di centrosinistra di Pescara Marinella Sclocco a Liliana Segre:
“La competenza sul conferimento della cittadinanza onoraria è del Consiglio comunale e accetterò serenamente qualsiasi decisione sarà adottata dall’assise civica, come è giusto che sia. Personalmente non sono assolutamente contrario”.
Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, sui social network ha scritto: “Non basta la vergogna di dover dare la scorta a Liliana Segre, la senatrice di 89 anni sopravvissuta ai campi di sterminio, contro i nuovi nazisti aguzzini che quotidianamente le rinnovano la tortura e gli insulti. I neonazisti responsabili su web delle minacce e delle offese devono essere individuati e puniti con un regolare processo. Salvini minimizza e dichiara: “Anch’io ne ricevo”; mentre la Lega a Pescara nega alla senatrice la cittadinanza onoraria. Occorre reagire e tenere alta la vigilanza democratica e antifascista, far nascere nel Paese un moto di ripulsa verso chi blandisce e propaga razzismo e antisemitismo”.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale Rifondazione Comunista: “Ieri ho consigliato al sindaco della mia città Carlo Masci di sostenere la proposta di conferire la cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre. Oggi su Repubblica persino Giorgia Meloni si dissocia dal no dell’amministrazione. Consiglio a Carlo Masci di non dar retta agli asini che lo circondano che gli fanno fare solo brutte figure, non solo a lui ma alla città.
Il paradosso è che la Meloni è fascista sul serio, mentre Carlo Masci no. La pessima Meloni è la classica furba che tira la pietra e ritira la mano. Resasi conto (come il socio Salvini) che non votare commissione e non applaudire Liliana Segre era stato un autogol, ha cercato di correre ai ripari. Le Sturmtruppen del Comune di Pescara si possono anche scaricare. Dico #carloripensaci. È davvero triste che la nostra città venga accostata a Predappio.
Approfitto per rilanciare una proposta che mi è stata suggerita da Mario Di Credico, storico speaker ufficiale del Trofeo Matteotti che nacque per volontà dei pescaresi nel 1945 di rendere omaggio all’eroe dell’antifascismo, il parlamentare socialista assassinato dai sicari di Mussolini. Il comitato organizzatore del Trofeo volle dedicare alla memoria delle vittime della violenza squadristica la più importante manifestazione sportiva della nostra città. Invitare come madrina Liliana Segre rappresenterebbe la continuità con questo impegno per difendere la memoria storica”.
Intanto a Teramo il gruppo consiliare del Partito democratico ha annunciato che al prossimo consiglio comunale presenterà una mozione per il conferimento della cittadinanza onoraria alla senatrice a vita Liliana.
“È necessario in questo momento inviare un segnale da Teramo, città che ha pagato un pesante tributo di sangue per liberare la comunità dall’occupazione nazifascista”, ha annunciato Massimo Speca, segretario comunale del Pd e consigliere di maggioranza a Teramo. “Deve essere significativo, oltre il valore politico che accada a Teramo che già ha segnali visibili di questo impegno di resistenza, come la pietra d’inciampo installata per onorare Alberto Pepe, che ha pagato con la vita la sua resistenza in un campo di concentramento: la cittadinanza onoraria a Liliana Segre vuole essere un segnale forte per rivendicare la nostra storia, ricordarci chi siamo e ricordarci appunto la nostra umanità”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il Comune di Spoltore, che per bocca del sindaco Luciano Di Lorito si dice pronto a conferire la cittadinanza onoraria a Liliana Segre.
“Sta accadendo qualcosa di inquietante e vergognoso in Italia” sottolinea con preoccupazione il sindaco Luciano Di Lorito. “Noi vogliamo sentirci estranei a tutto questo, perché esprimersi su certi valori non può essere paragonato ad assumere una posizione politica. La lotta al razzismo, alla xenofobia e a tutte le forme di discriminazione sono un prerequisito per partecipare a qualsiasi dibattito pubblico, anzi aggiungerei a tutte le forme di vita civile e all’interno di una qualsiasi comunità”.
Durante i lavori del prossimo consiglio comunale di Spoltore, in programma giovedì prossimo alle 17, verrà pertanto discussa una mozione, firmata dal consigliere Francesca Sborgia, che chiede al consiglio di impegnare sindaco e giunta ad “aderire alla “Rete dei comuni per la memoria, contro l’odio e il razzismo” e “avviare il procedimento per conferire la cittadinanza onoraria a Liliana Segre”. Il testo chiede inoltre di sostenere il percorso della Commissione istituita dal Senato, nata proprio su impulso della Segre per combattere il fenomeno dell’hate speech, con adeguate iniziative d’informazione sui risultati del suo lavoro e fornendo, quando necessario, sulla base di riscontri rilevati in ambito locale, elementi utili al lavoro della stessa Commissione. Nella mozione si ricorda l’importanza di “coltivare la memoria dell’antifascismo e della lotta contro tutti i totalitarismi, dei crimini compiuti nelle guerre coloniali, delle leggi razziali, della persecuzione degli ebrei e dalla Shoah, degli eccidi delle foibe, collaborando con le associazioni per la tutela e la valorizzazione della memoria della Resistenza, aiutando la ricerca storica, lo studio della storia contemporanea e l’educazione alla cittadinanza nelle scuole”.
Sulla vicenda della cittadinanza onoraria a Liliana Segre è intervenuta anche la Cgil.
“Ieri l’Amministrazione comunale della città di Pescara non ha dato l’esempio auspicato dalla consigliera comunale Marinella Sclocco di dimostrare solidarietà e inclusione, che hanno sempre caratterizzato la nostra città”, scrive in una nota il segretario della Camera del Lavoro di Pescara, Luca Ondifero. “La cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre non solo sarebbe una risposta ferma al clima di odio e intolleranza sempre più diffusi nel Paese, ma anche un modo per tenere viva la memoria di ciò che è stato all’inizio del secolo scorso, di far capire anche alle nuove generazioni dell’orrore che ha prodotto la condanna delle diversità, delle opinioni contrarie, dell’essere nati in posti diversi del mondo. Noi tutti dovremmo solo tacere di fronte a ciò che rappresenta la senatrice Liliana Segre, anzi inchinarci, scusarci e ringraziarla per la testimonianza prodotta in tanti anni e oggetto di tante battaglie per la libertà, piuttosto che assegnarle una scorta per metterla al riparo da insulti e minacce che una parte, purtroppo nutrita, del Paese le riserva quotidianamente. La Cgil di Pescara esprime massima solidarietà alla Senatrice Liliana Segre e a quelle forze sociali, politiche, movimentiste che quotidianamente lottano per affermare i valori di libertà, di solidarietà, di inclusione”.