Il 13 gennaio al teatro Massimo di Pescara concerto del Colibrì Ensemble nell’ambito della stagione della Società del Teatro e della Musica.
Riprende, dopo la pausa festiva, la 51ª Stagione Concertistica 2016/2017 della Società del Teatro e della Musica di Pescara. Il 13 gennaio , alle ore 21, sul palcoscenico del teatro Massimo si esibirà Colibrì Ensemble, l’orchestra da Camera di Pescara composta da Andrea Gallo all’ oboe, Mattia Aceto al clarinetto, Andrea Caretta al corno, Carmen Maccarini al fagotto e Giovanni Cardilli al pianoforte. L’Ensemble eseguirà il “Quintetto in mi bem. magg. K 452” di W.A. Mozart e il “Quintetto in mi bem. magg. op. 16″di L.V. Beethoven.
Nella presentazione del concerto si legge che “Il Colibrì Ensemble è una compagine attiva stabilmente nella città con una propria stagione concertistica. L’orchestra è stata fondata nel 2013 da Andrea Gallo come progetto dell’Associazione Libera delle Arti prendendo spunto da una favola per bambini “la favola del Colibrì” e coinvolgendo eccellenti musicisti custodi di una preziosa esperienza acquisita lavorando in prestigiosi teatri e orchestre quali il Teatro alla Scala di Milano, l’Orchestra Filarmonica Toscanini di Parma, il Teatro Regio di Torino, l’Orchestra Haydn di Trento e Bolzano, il Teatro Comunale di Bologna, i Solisti di Pavia, l’Orchestre des Champs-Elysées, l’Orchestra da Camera Italiana di Salvatore Accardo. I fiati del Colibrì Ensemble insieme al pianista Giovanni Cardilli, eseguiranno due quintetti che hanno fatto la storia della musica. Mozart stesso in una lettera al padre scrisse così di questo quintetto “la cosa migliore che abbia mai scritto finora in vita mia […] Mi sarebbe piaciuto farlo ascoltare anche a lei; e che splendida esecuzione! A dire il vero, alla fine ero stanco dal gran suonare e non è poco onore per me che i miei ascoltatori non si stancassero mai.Il ventiseienne Beethoven riprese lo stesso organico strumentale colorandolo di tratti inconfondibili e tipici del suo universo musicale. Amava molto suonare questo Quintetto, che evidentemente rappresentava per lui un momento di distensione e di felicità creativa “.