Sabato 16 dicembre a Pescara si terrà il “Concerto Gospel di Natale” dal titolo “Ascolta come mi batte forte il tuo Cuore”.
Il concerto, con inizio alle ore 18, si terrà nella Sala Consiliare del municipio di Pescara ed è organizzato dal Comune e dall’ Associazione Culturale “Arti_in_Lab – Laboratorio di Arti e Media Digitali” presieduta dalla Professoressa Elisabetta Fazzini dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara. Protagonista dell’evento sarà “Abruzzo Gospel Big Family”, che raggruppa i due cori dell’area metropolitana “Cappella Musicale S. Francesco” e “Gospel Sound Machine” ma che intende porsi come libera aggregazione di realtà corali abruzzesi che, pur svolgendo indipendentemente il loro percorso associativo, sono animate da un forte anelito di condivisione di cultura e musica nonché fratellanza.
Gli organizzatori spiegano che “Il titolo appartiene ad una poesia della raccolta “Ogni caso” di Wislawa Szymborska che è una poetessa polacca che vinse il Nobel nel 1996, a 73 anni, ed il cui verso senza tempo è stato scelto per la sua facile traducibilità che rende universale, in ogni lingua, la sua melodia. L’evento cultural-musicale sarà articolato in un breve sample di ciascun coro, seguito dal concerto dei cori e relative band assieme: una “voce narrante” racconterà la storia ed il senso del gospel, evidenzierà la sua attualità e tradurrà i testi più significativi dei canti (salmi, vangelo)”.
La professoressa Fazzini, nel ringraziare l’assessorato alla Cultura, guidato da Giovanni Di Iacovo, spiega “come e perché eleggere il Gospel a musica simbolo il Natale, coinvolgendo in un concerto più cori dell’area metropolitana, per un centinaio di cantori e una decina di musicisti, e volendo condividere con il pubblico l’opportunità di approfondire, capire, contestualizzare il contenuto lirico musicale? Perché proprio ora, a distanza di quasi 400 anni da quell’agosto del 1619 in cui in America, precisamente nella Virginia, ebbe inizio la deportazione e la piaga della schiavitù di oltre 11 milioni di persone di pelle nera? Il gospel è abitualmente la colonna sonora di particolari appuntamenti religiosi ed eventi ispirati alla fratellanza ed alla solidarietà: fra questi il Natale è di fatto l’occasione ed il tempo in cui il gospel sembra colonna sonora nativa. Questa constatazione, se da un lato colloca un concerto gospel come occorrenza tipicamente natalizia, dall’altro rischia di precludere la reale comprensione e condivisione della multiformità di significati insita nel gospel, limitandosi ai soli aspetti “folcloristici” di facciata. [cfr. il senso del gospel negli University Commencement in USA]. L’ispirazione del Concerto Gospel di Natale in Pescara vuol essere allora non solo la gioia di condividere “bella” musica e “buone” parole, quanto il proposito di sensibilizzazione verso un contesto culturale ricco di contenuti, significati e valori ancora poco conosciuto in Italia, tale dunque da richiedere – particolarmente in un’ottica multidisciplinare trasversale – l’approfondimento delle circostanze sociali e storiche, degli aneliti spirituali, dei riferimenti intellettuali, delle prassi canore e musicali. Ancor più laddove una significativa scarsità di riferimenti bibliografici, quasi a proseguimento e rispetto della tradizione di trasmissione orale del canto spiritual e gospel, ha contribuito alla confusione, se non addirittura alla mistificazione, con altre culture e generi musicali afro-americani. Viviamo oggi in un mondo complesso, “tecno-liquido”, alle prese con una crisi “globale”, che è soprattutto culturale ed etica oltre che economica. Nuove e drammatiche forme di disagio, ingiustizia, povertà, nonché le deportazioni e schiavitù di oggi, dalle dimensioni enormi e dai contorni spesso sfumati o mistificati spingono verso un sano recupero degli orizzonti di senso, solidarietà, speranza nel futuro: esattamente ciò che ha vivificato ed animato la musica spiritual e gospel. Nella società attuale, ed ancor più nei giovani, sembrano prevalere, indubbiamente non casualmente, la sfiducia nel futuro e la conseguente mancanza di progettualità individuale e collettiva. Diviene allora importante, soprattutto in occasioni quali il Natale dal significato essenzialmente e nativamente spirituale, condividere forme religiose e culturali che hanno origini geografiche, storiche, sociali molto diverse, ma che rappresentano comunque l’emergere, pur nelle condizioni umanamente più drammatiche, di un linguaggio nuovo dal grande valore artistico, sociale, politico, spirituale. Qui risiede l’universalità al di là di tutte le differenze: qui troviamo l’anelito di difenderle e preservarle. Per finire, la capacità di “condividere gospel” – con la proposta di “concerto assieme” di più associazioni corali ben note ed operanti da tempo sul territorio – vuole esplicitamente assurgere a simbolo di amicizia, fratellanza, solidarietà; a condivisione di elevazione interiore con una preghiera insieme piena di speranza per tempi migliori, per cieli e terre nuove; a segno della presenza del Salvatore in un consesso ispirato a cultura, etica e valori; ad anelito di spiritualità che vuole unire il braccio verticale della croce, quello che si tende verso il cielo, con quello orizzontale, che ogni giorno deve misurarsi con la quotidianità ed il sacrificio della terra, della vita, delle passioni. In questo senso inoltre l’idea di più cori di unirsi, di amalgamarsi, di armonizzarsi, di condividere in così tanti cantori le parole dei salmi in musica rimanda fortemente e simbolicamente all’ispirazione di S. Agostino “Qui cantat, bis orat, chi canta prega due volte” ed ancora “Chi ha cantato di tutto cuore e con gioia, ama ciò che ha cantato, ama colui per il quale ha cantato, ama coloro con i quali ha cantato”.