Coronavirus Abruzzo, all’interno dell’ospedale Covid di Atri non ci sono più pazienti in terapia intensiva.
Una buona notizia dopo settimane di intenso lavoro tra vite salvate e progetti sperimentali come l’ozonoterapia e l’utilizzo del plasma. Una condizione ospedaliera che punta anche ad un graduale ritorno alla normalità nelle attività sanitarie, visto che la direzione ospedaliera del San Liberatore ha presentato nei giorni scorsi il progetto di riconversione .Una riorganizzazione che prevede che il vecchio padiglione sarà dedicato ai pazienti Covid, secondo la proposta che ora sarà vagliata da direzione generale e unità di crisi. Con un percorso esterno per cui il paziente arriva in pronto soccorso dove trova un triage e fa gli esami, se è positivo risale in ambulanza ed entra da un ingresso dedicato, ristrutturato ad hoc e con un ascensore riservato sale nella medicina Covid. Una riorganizzazione che permetterà nell’ala pulita del San Liberatore di dare posto dopo la sanificazione a medicina, chirurgia, ortopedia, urologia e cardiologia. Naturalmente è prevista anche la ripartenza di specialistiche come oculistica, endocrinologia, gastroenterologia, diabetologia e radiologia.
Enrico Marini, coordinatore del presidio Covid del San Liberatore: “in terapia intensiva non abbiamo più pazienti e questo è sicuramente un dato che fa sperare anche se la guardia non può essere abbassata, complessivamente i malati di Covid ricoverati ad Atri sono rimasti dieci suddivisi negli appositi reparti.Ci auguriamo di poter riprendere l’attività chirurgica ordinaria già dal 25 maggio e per questo sono in corso tu te le sanificazioni con gli addetti al lavoro giorno e notte”.
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