La Cisl lancia chiede che, alla luce dell’emergenza coronavirus e poichè nel Teramano si registra il numero più alto di lavoratori sospesi, quando inizierà la Fase 2 e bisognerà porre attenzione alle fasce più deboli della popolazione.
Il segretario della Cisl Fabio Benintendi, nel tracciare il bilancio dell’impatto dell’emergenza coronavirus sul sistema economico-produttivo teramano, spiega che, al momento della riapertura delle attività, sarà necessario prestare molta attenzione al tema degli autonomi, dei precari, delle finte partire Iva, degli interinali, dei piccoli imprenditori, che più di altri rischiano di pagare il prezzo della crisi.
Il segretario Benintendi dichiara che “I dati ci dicono che la provincia di Teramo è quella che conta il maggior numero di lavoratori sospesi. Un dato che conferma come sia una realtà molto dinamica e legato, a mio avviso, al fatto che siamo di fronte a un’attività imprenditoriale molto capillare, con tante realtà medio-piccole e quindi con più lavoratori interessati.
I dati Inps, per la provincia di Teramo, resi noti qualche giorno fa, parlano chiaro: è il Teramano il territorio con la maggioranza di domande per il bonus di 600 euro per i lavoratori autonomi iscritti alla gestione previdenziale separata, 25.440 sul totale regionale di 91.974.
Stesso discorso per le richieste di cassa integrazione ordinaria: 1923 domande per 28.845 lavoratori, pari al 32% del totale di richieste di cigo arrivate a livello regionale.
A queste si aggiungono le richieste per il fondo di integrazione salariale, il cosiddetto Fis, pari a 497, l’unico dato in cui il Teramano non registra la maglia nera. E questo in attesa di conoscere i dati della cassa in deroga.
Per noi si può ripartire anche domani ma solo se viene garantita la totale sicurezza dei lavoratori. Si può ripartire solo se le aziende rispettano al 100% i protocolli che già ci sono.
E mi auguro che questo lasso di tempo sia stato impiegato per capire come far ripartire le aziende in sicurezza. In vista delle fase 2 l’attenzione dovrà essere posta anche sul tema dei lavoratori che rischiano di restare al palo. Bisognerà guardare con attenzione a quella platea di lavoratori che rappresentano la fascia più debole, con l’obiettivo di capire di quali ulteriori forme di sostegno ci sarà bisogno”.