L’associazione Carrozzine Determinate chiede alla Regione che, alla luce dell’emergenza coronavirus in Abruzzo, vengano presi provvedimenti in favore delle persone diversamente abili, fortemente penalizzate dal lockdown.
Il presidente dell’Associazione Claudio Ferrante spiega, in una nota, che l’esclusione, la segregazione e la discriminazione, erano già condizioni comuni alle persone con disabilità ma che con il lockdown la situazione si è ulteriormente aggravata.
Carrozzine Determinate chiede alla Regione di rivedere completamente tutto il sistema di welfare, altrimenti la situazione si trasformerà in un dramma sociale, sanitario ed economico.
Nella nota viene ricordato che le persone diversamente abili erano abituate a convivere con le malattie, la paura del futuro, la solitudine, il dramma del “dopo di noi”, Allenati dalla vita -e non dal coronavirus – alla resilienza, ed ora si ritrovano, anche in una situazione di emergenza come quella generata dal covid-19, ad essere gli ultimi della fila.
Il presidente Ferrante afferma che “Al momento le persone con disabilità hanno perso tutto, tutto ciò che è necessario per la loro esistenza e per quella dei familiari cargiver.
Chiusa la scuola, chiusi i centri di riabilitazione e quelli diurni, Interrotta l’assistenza domiciliare le persone con disabilità si ritrovano nelle più disparate forme di emergenza sociale. E se è possibile sostituire, e comunque non è ancora stato fatto, qualche forma di assistenza surrogandola in modalità telematica di certo non è attraverso un computer che possono essere cambiati pannoloni e traverse, così come non può essere gestita una persona con disabilità intellettiva. Questi ragazzi abitudinari sono disorientati, smarriti hanno perso certezze e punti di riferimento sono regrediti socialmente così come sono aumentate le stereotipie e ossessioni.
Dopo un mese e mezzo dai primi provvedimenti restrittivi causati dall’emergenza coronavirus i cargiver di persone con disabilità gravissima sono già allo stremo, 24 ore su 24 con esigenze fisiche e psichiche ingestibili, senza alcun aiuto.
Terminati i giorni in più concessi dal governo ai sensi della legge 104 del 92 alcuni familiari sono costretti a valutare il licenziamento non avendo alcun tipo di alternativa, chi riesce tra mille difficoltà a gestire un lavoro da casa si ritrova a svolgere il ruolo di insegnante, infermiere, psicologo, fisioterapista, logopedista tutti insieme e per 24 ore consecutive tutti i giorni della propria vita.
Con il DPCM del 26 aprile siamo nella cosiddetta fase 2 e ci aspettiamo dalla Regione Abruzzo, dal Governatore Marco Marsilio, dagli assessori Nicoletta Verì e Piero Fioretti, una risposta certa e chiara alla disabilità, e per far questo è necessario rivedere completamente tutto il sistema di welfare, altrimenti la situazione si trasformerà in un dramma sociale, sanitario ed economico devastante e qualcuno se ne assumerà la responsabilità! “.