Coronavirus Abruzzo, qui tutti gli aggiornamenti di domenica 26 aprile. Confermato il calo dei contagi, l’assessore Verì fa chiarezza sui tempi dei tamponi.
+++NOTIZIA IN CONTINUO AGGIORNAMENTO+++
Ore 19.00 – Coronavirus Abruzzo, Ordinanza di Marsilio su trasporti e manutenzione diporto
Ore 17.00 – Coronavirus Abruzzo: Verì fa chiarezza sui tempi dei tamponi
Ore 15.15 – Coronavirus Abruzzo, il bollettino: 27 nuovi positivi, 18 guariti e due decessi
Ore 14.45 – Coronavirus Abruzzo, Claudio D’Amario lunedì alle 21 su Rete8
Ore 13.00 – Coronavirus Abruzzo: bagno al mare o passeggiata in montagna, ecco a chi è consentito
Ore 11.00- Coronavirus Abruzzo: Mastropasqua ” L’occhio terza porta per il contagio”
Ore 9.40 – Coronavirus Abruzzo: Dal lockdown alla riapertura, ecco le proposte delle parti sociali alla Regione
Ore 9.30 – Coronavirus Abruzzo: Giulianova, fondo di solidarietà per famiglie in difficoltà
Ore 6.00 – Muore infermiere di Scafa in servizio a Popoli: la rabbia e il cordoglio dell’Opi
LE NEWS DALL’ITALIA E DAL MONDO (ANSA)
Gli italiani dovranno convivere a lungo con mascherine, guanti e gel. E anche dopo il 4 maggio, quando si allargheranno le maglie delle restrizioni, dovranno fare a meno di abbracci e strette di mano. Da quel giorno, saranno però permesse le visite ai familiari, purché non si trasformino in rimpatriate, mentre saranno ancora vietati gli spostamenti da regione a regione, anche se sarà “consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza”. Piano piano sarà comunque possibile uscire di casa per lavoro e fare acquisti. In base alle indicazioni contenute nella bozza di Dpcm, in tutta Italia domani riaprono i cantieri pubblici e il 4 maggio quelli privati. Poi, via via, parchi, negozi, ristoranti. Ferme restando le norme base di sicurezza, le varie categorie stanno stilando protocolli ad hoc per garantire la sicurezza di personale e clienti. – EDILIZIA: ripartono domani le attività produttive e industriali prevalentemente votate all’export e i cantieri per carceri, scuole, presidi sanitari, case popolari e per la difesa dal dissesto idrogeologico. Al ministero delle Infrastrutture è stato firmato un protocollo che prevede un serie di precauzioni: misurazione della temperatura prima dell’accesso al cantiere, accesso contingentato a mense e spogliatoi, pulizia giornaliera e sanificazione periodica delle aree comuni. Sempre domani riparte il commercio all’ingrosso funzionale ai settori dell’export e all’edilizia. CANTIERI PRIVATI: Dal 4 maggio partono tutte le attività di manifattura, il commercio all’ingrosso e i cantieri privati. In attesa sarà possibile preparare gli ambienti di lavoro. – TAKE AWAY – Dal 4 maggio sarà consentito andare a comprare cibo da asporto, da consumare a casa o in ufficio. – SPORT: può ripartire l’attività motoria individuale anche distante da casa. Dal 4 maggio via libera anche ad allenamenti dei professionisti per le discipline individuali. Per gli sport di squadra l’orientamento è quello di attendere il 18. – I PARCHI E GIARDINI PUBBLICI: riapriranno il 4 maggio. L’orientamento è di permettere che all’aperto possa stare vicino un numero molto limitato di persone se componenti di una stessa famiglia. Resteranno chiuse le aree per i bambini. – NEGOZI E PARRUCCHIERI: Il commercio al dettaglio ripartirà il 18. L’obiettivo è evitare che ci siano orari di punta, prevedendo aperture e chiusure diverse fra le varie attività. Parrucchieri ed estetisti dovranno aspettare il primo giugno. RISTORANTI E MUSEI: I musei riaprono il 18 maggio. La data giusta per i ristoranti dovrebbe essere il primo giugno. La Federazione italiana pubblici esercizi ha approvato un protocollo che prevede: un metro di distanza tra i tavoli, porte di ingresso e uscita differenziate, pagamenti preferibilmente digitali al tavolo, pulizia e sanificazione. – MEZZI PUBBLICI: Gli orari diversificati di apertura e chiusura delle attività imporrà una rimodulazione del servizio pubblico, che comunque dovrà essere potenziato nelle ore di punta. Le linee guida allo studio prevedono inoltre: termoscanner in tutte le stazioni e gli aeroporti, obbligo su tutti i mezzi di trasporto (dai treni alle navi, dagli aerei a bus e metro) distanziamento dei passeggeri, mascherine, biglietti sempre più elettronici, contingentamento degli accessi nelle stazioni e negli scali. – SPOSTAMENTI: dal 4 maggio sarà possibile far visita ai parenti, ma non saranno permesse le riunioni di famiglia. Ancora in ballo la decisione sull’autocertificazione per gli spostamenti nel comune. Resta il divieto di spostamento al di fuori della regione, “salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute”. – FUNERALI: nessun via libera alle messe. Dal 4 maggio saranno permessi i funerali, ma con la sola presenza dei familiari del defunto, per un massimo di 15 persone. – SCUOLA: Gli studenti non torneranno sui banchi fino a settembre. Il governo sta lavorando per definire le modalità per far svolgere “in presenza, ma in piena sicurezza” gli esami di Stato.
Tornano ad aumentare i malati, dopo cinque giorni di discesa. Ma per la prima volta dopo settimane di dati insopportabili e un numero di vittime mai sceso sotto le 400, l’incremento degli italiani morti in un solo giorno per il coronavirus scende sotto l’1% e fa segnare un calo importante: nelle ultime 24 ore sono decedute 260 persone, il dato più basso da 42 giorni, la metà rispetto a 10 giorni fa. Era infatti il 15 marzo quando il bollettino della Protezione Civile indicava 368 morti in tutta Italia, mentre il giorno prima erano stati 175. L’ennesimo numero simbolico di questa emergenza infinita non è certo positivo – lo sarà solo quando sulla casella dei deceduti apparirà lo zero – ma rappresenta un ulteriore segnale che la curva del contagio sta proseguendo la sua discesa verso l’appiattimento. Gli scienziati lo ripetono da settimane: le misure di contenimento hanno prodotto i risultati sperati tanto che diminuiscono i ricoverati nelle terapie intensive, diminuiscono le persone in ospedale, aumentano i guariti (ad oggi sono 64.928, altri 1.808 in più). Ma l’ultimo indicatore a scendere sarà quello proprio quello dei morti. Se i dati dei prossimi giorni confermeranno quindi questa tendenza registrata oggi, significherà che anche quel numero ha iniziato a scendere.
E’ presto dunque per dire che la carneficina – il numero totale delle vittime è di 26.644 – si avvia alla conclusione. Ed è presto per dire che il contagio è stato fermato. L’aumento del numero totale dei malati dopo quasi una settimana in controtendenza è lì a dimostrarlo: il giorno della Liberazione erano 105.847, oggi sono 106.103; significa 256 in più in un giorno mentre sabato erano calati di ben 680. Una differenza complessiva di quasi mille malati che è tutta nei numeri delle due regioni più colpite: la Lombardia e il Piemonte. Nella regione più martoriata dall’emergenza – con il 50% di tutti i morti in Italia e più di un terzo dei malati – l’incremento degli attualmente positivi è di 693 e quello dei contagiati totali, compresi dunque vittime e guariti, è di 920. Sabato si erano registrati solo ‘105’ malati e 713 contagiati. A preoccupare è soprattutto Milano: dei 920 contagiati la metà sono nell’area metropolitana di Milano, che ha 463 nuovi casi di cui 241 in città; ieri ce ne erano stati 219, di cui 80 a Milano città. Quanto al Piemonte, la Regione oggi fa registrare lo stesso incremento del numero delle vittime della Lombardia, 56 in più rispetto a ieri, e un totale di 394 contagiati in più rispetto a sabato: da settimane ormai il Piemonte è la seconda regione più in difficoltà.
Va detto che i due numeri fondamentali, e cioè quello dei ricoverati in terapia intensiva e negli altri reparti che sono gli indicatori per misurare la pressione sulle strutture sanitarie, sono da settimane in calo. Per soli 9 malati, infatti, le terapie intensive restano sopra i duemila ricoveri – e bisogna andare indietro fino al 16 marzo per trovare numeri così – con un calo rispetto a ieri di 93. Quanto ai ricoverati negli altri reparti, sono 21.372, 161 in meno di ieri. E’ risalito invece il numero delle persone in isolamento domiciliare: 510 in più di ieri quando gli italiani in quarantena erano diminuiti per la prima volta. Con questi numeri il sistema sanitario, anche grazie al raddoppio dei posti di terapia intensiva e subintensiva, sarebbe in grado di reggere un nuovo aumento dei contagi. Che però non deve in alcun modo verificarsi, come ripetono alla noia gli scienziati in vista del 4 maggio. “Dobbiamo tenere l’R con zero sotto il valore l’1 – ha detto nell’ultima conferenza stampa dell’Iss il presidente Silvio Brusaferro – se dovesse invece risalire sopra l’1 ci sarebbe una ricrescita della curva, con nuovi grandi numeri per le terapie intensive e decessi”.