Nell’Abruzzo zona rossa per un giorno, le forze dell’ordine sono state costrette a far chiudere i negozi che avevano aperto nonostante che ieri il Tribunale amministrativo regionale avesse disposto il ritorno in Zona Rossa.
I controlli sono stati effettuati tra le proteste di chi, nella confusione totale di ieri, non aveva capito come muoversi. Sono state molte, in tutta la regione, a partire da Pescara, le attività commerciali che questa mattina hanno aperto al pubblico, pur non potendo farlo visto le restrizioni in vigore fino a domani, quando l’Abruzzo passerà in area arancione.
C’era tanta gente in giro nel centro di Pescara come se fosse un normale sabato mattina prenatalizio e molti i negozi che ieri sera, dopo il caos che si è generato in seguito al pronunciamento del Tar che ha sospeso l’ordinanza del governatore Marco Marsilio facendo tornare l’Abruzzo in zona rossa per un giorno, hanno annunciato sui social che oggi avrebbero aperto regolarmente.
Nel capoluogo adriatico Polizia e Carabinieri hanno fatto il giro dei negozi, ricordando le regole in vigore fino alla mezzanotte. Attività analoga è stata svolta dalle forze dell’ordine nelle altre città.
A Teramo negozi di abbigliamento, calzature di pelletteria chiusi, nel rispetto del decreto del Tar Abruzzo ma tanta gente a passeggio in centro. È così che la città ha vissuto, ieri, il ritorno in zona rossa, destinato a durare il tempo di 24 ore. Una situazione legata anche alle caratteristiche, in parte diverse, delle attuali zone rosse rispetto al lockdown di primavera, che di fatto lasciano aperte quasi tutte le attività produttive e commerciali, penalizzando esclusivamente alcune categorie merceologiche oltre a bar e ristoranti, e che di fatto spingono i cittadini ad uscire molto di più.
A L’Aquila e negli altri centri della provincia le attività produttive hanno rispettato in generale le restrizioni della zona rossa. A rispettare il dietrofront, inatteso, in questa unica giornata di stop, visto che domani l’Abruzzo tornerà arancione su ordinanza del ministro alla salute Roberto Speranza sulla scorta del miglioramento dei dati certificato dalla cabina di regia ieri pomeriggio, soprattutto i negozi di abbigliamento, la categoria merceologica più colpita, e costretta a richiudere dopo cinque giorni di riapertura seguiti ad uno stop che va avanti dal 18 novembre, quando Marsilio, questa volta d’intesa con il governo, aveva decretato con una propria decisione la zona rossa alla luce della impennata di contagi divampata da settimane che ha messo in seria difficoltà il sistema sanitario. In molti esercizi commerciali gli imprenditori del settore hanno utilizzato la giornata, pur chiusi, per organizzare le vendite dei prossimi giorni in prossimità delle festività natalizie.
Le regole, in generale, sarebbero state rispettate anche nei centri più piccoli, dove tuttavia alcuni servizi sono rimasti chiusi in attesa di una decisione definitiva. Questa situazione si è verificata in particolare nelle zone di montagna dove le attività produttive sono in ginocchio per la mancanza di turisti causata da ristrettezze e chiusura impianti di risalita