Covid, la denuncia del consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Giorgio Fedele. “Nella Asl provinciale dell’Aquila, in particolare nell’ospedale di Avezzano, ci sono cittadini della Marsica e della Valle Peligna che aspettavano tamponi molecolari il 2 o il 3 febbraio scorsi, ma non hanno ancora risposta. Questo perché mancano i i reagenti”.
“Ora basta con le parole dei dirigenti, porto il caso in Consiglio regionale: la gente ha bisogno di risposte e soluzioni”, afferma il consigliere regionale pentastellato. “Non solo: lo screening del territorio è fermo, ma sembra anche che la stessa sorveglianza sanitaria nell’ospedale di Avezzano sia stata posticipata – continua Fedele in una nota – Sono molte le segnalazioni che ho ricevuto degli operatori sanitari ai quali non vengono effettuati per il momento i tamponi di controllo.
Questi i fatti: poi ci sono le parole. Le parole del dottor Calvisi, Direttore del dipartimento biomedico, e quelle della direzione della Asl 1 secondo cui va tutto bene e si tratta solo di un lieve ritardo nella consegna di reagenti che ha portato a un rallentamento nell’analisi dei tamponi. Alla luce dei fatti, che mi sono stati riportati da tanti cittadini, e delle parole, che ho letto sulla stampa da parte del direttore Calvisi e di alcuni vertici Asl, ho deciso di portare il caso della mancanza di reagenti nel territorio marsicano in Consiglio regionale.
L’entità del danno e le conseguenze sul territorio dovranno essere analizzate, non possiamo permetterci errori grossolani proprio ora che i contagi sembrano scendere e soprattutto di illudere un’intera comunità che continua a effettuare tamponi che non possono essere processati e sui quali non avranno risultati nei tempi previsti” commenta ancora Fedele attaccando la gestione dei vertici, in particolare il direttore sanitario, Alfonso Mascitelli. Al vertice della Asl, da sei mesi c’è il manager, Ferdinando Romano, subentrato a Roberto Testa,
sfiduciato dalla maggioranza regionale di centrodestra. “Certo è – denuncia Fedele – che la gestione caotica che nella Asl 1 vediamo sin dall’inizio della pandemia non cessa”.