Incontro a Palazzo di città in cui si è ragionato su come garantire un trasporto degli studenti efficiente e soprattutto in sicurezza alla luce dell’emergenza Covid, dal momento che i mezzi pubblici affollati sono un possibile veicolo di contagio.
Hanno partecipato in tanti all’incontro che si è svolto in mattinata nella sala consiliare del comune di Pescara. Tema importante e di stretta attualità: come garantire un efficiente servizio del trasporto pubblico degli studenti che di mattina devono raggiungere le scuole (ma anche lasciarle quando tornano sulla via di casa) e al tempo stesso come rispettare le norme di sicurezza anti Covid.
A parlarne rappresentanti della Regione, di Tua (l’azienda di trasporto unico abruzzese) e diversi dirigenti scolastici delle scuole cittadine.
Raffaele Piscitelli, gestore dei trasporti dell’area metropolitana Chieti-Pescara, ha spiegato lo sforzo che sta facendo Tua. Per usare le sue parole: “abbiamo messo in campo una potenza di fuoco enorme”, riferendosi al fatto che sono state aggiunte 60 corse Covid con fondi regionali, 40 corse aggiuntive urbane e 48 extraurbane, per un totale di circa 10.00 posti aggiuntivi.
Oltre al potenziamento del trasporto, Piscitelli è tornato sul numero massimo degli studenti che possono essere trasportati dall’autobus. La normativa del governo fissa il coefficiente di trasporto pari all’80% della capienza massima (scritta sul libretto di ogni autobus), una percentuale comunque importante, che probabilmente influisce non poco sulla percezione delle persone, che spesso e volentieri vedono i bus affollati.
Dall’altra parte, i dirigenti scolastici hanno esposto le criticità più frequenti che si riscontrano all’ingresso e all’uscita delle scuole, anche in base alle segnalazioni fatte dagli stessi studenti e dai genitori.
In particolare vengono chiesti maggiori controlli sugli autobus, ma anche chi si trova a terra dovrebbe disciplinare meglio gli assembramenti che si creano.
Difficili, se non proprio bocciati, gli ingressi differenziati nelle scuole. Ciò comporterebbe altri problemi per l’inevitabile estensione degli orari di uscita per gli studenti, i professori e il personale Ata impiegato negli edifici. Funziona piuttosto bene, invece, l’utilizzo della didattica a distanza.