Venivano prelevati da Lesina, Foggia, e portati in un’azienda di Cupello per raccogliere l’olivo, uva e ortaggi a tre euro l’ora. Due arresti.
Cinque migranti venivano prelevati all’alba da un accampamento abusivo nelle campagne di Lesina (Foggia) per essere portati, a bordo di un furgone con targa bulgara, in un’azienda della provincia di Chieti, a Cupello, dove i braccianti venivano impiegati nella raccolta delle olive, uva e ortaggi per tre euro l’ora. I due autisti del furgone, marito e moglie rumeni di 46 e 32 anni, sono stati arrestati in flagranza di reato dai carabinieri con l’accusa si intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Mentre i tre responsabili dell’azienda agricola di Cupello sono stati denunciati per violazione della normative sul lavoro. I cinque africani, tre ghanesi e un gambiano, erano situati nell’accampamento in cui vivevano i 12 braccianti morti nell’incidente stradale dello scorso agosto in provincia di Foggia. Dalle indagini è emerso che i braccianti africani erano tutti irregolari ed erano assunti in nero. Oltre alla loro assunzioni in nero, i carabinieri hanno contestato violazioni in materia di sicurezza degli ambienti di lavoro, di orario e di retribuzione. In tema di lotta al caporalato e vigilanza sulle attività agricole e agroalimentari, dall’inizio dell’anno i carabinieri hanno controllato 154 aziende, in 27 delle quali sono state riscontrate e contestate irregolarità; hanno arrestato per caporalato otto persone, denunciandone altre 31 per lo stesso reato; hanno comminato sanzioni pecuniarie per oltre 36mila euro e sequestrato 62 mezzi utilizzati dai caporali per il trasporto dei braccianti.