Custodia rovine Rigopiano: i legali di Colangeli chiedono revoca incarico, il tecnico comunale, indagato, non avrebbe possibilità di vigilare sull’area.
Sabato mattina la Procura di Pescara ha fatto recapitare ad Enrico Colangeli, tecnico comunale di Farindola, tra i sei indagati per la tragedia dell’Hotel Rigopiano, una notifica nella quale viene nominato come custode dell’intera area posta sotto sequestro dove sorgeva il resort distrutto da una valanga lo scorso 18 gennaio, provocando la morte di 29 persone. Nella notifica veniva anche specificata la possibilità di disporre della Polizia Municipale di Farindola, composta da soli tre agenti, oltre l’indicazione di apporre una ventina di paletti in vari punti perimetrali all’area, con la scritta “Area posta sotto sequestro, é assolutamente vietato l’accesso”. Un provvedimento, quello della Procura, per certi aspetti singolare, ma in linea con quanto prevede il Codice Penale, oltre che necessario perché i carabinieri, dopo aver assicurato la vigilanza 24 ore al giorno per tre mesi in qualsiasi condizione meteo, hanno comunicato all’Autorità Giudiziaria di non poter più garantire un servizio simile, chiedendo un avvicendamento. Tuttavia i legali di Colangeli, Cristiana Valentini e Goffredo Tatozzi, ritengono che per quanto il provvedimento sia secondo la legge, nei fatti é ineseguibile perché Colangeli non può disporre a suo piacimento di soli 3 agenti della Polizia Municipale, chiamati, tra le altre cose, a coprire per competenza anche i comuni di Montebello di bertona, Villa Celiera e Civitella Casanova e che da solo non sarebbe in grado di vigilare H24 su un’area cosi vasta. Resta poi aperta la questione dell’opportunità di affidare ad un indagato un incarico così delicato, da qui l’istanza di revoca della nomina presentata ai Pm Cristina Tedeschini e Andrea Papalia che nelle prossime ore renderanno noto il loro parere.