Dai ristoratori abruzzesi di Aria Food ricorsi e proposte anti Covid

Valerio Di Mattia e Enzo Di Salvatore

A Pescara Aria Food, l’associazione dei ristoratori e dei produttori abruzzesi, ha illustrato azioni legali e proposte per fronteggiare gli effetti nefasti dell’emergenza Covid sul comparto.

All’incontro con i ristoratori abruzzesi di Aria Food ha preso parte anche Enzo Di Salvatore, professore di diritto costituzionale presso l’Università degli Studi di Teramo. Secondo Valerio Di Mattia, presidente dell’associazione Aria Food, la mancanza di continuità, con aperture e chiusure frenetiche, penalizza ancora di più il comparto. Quanto ai ristori, è vero che sono arrivati, ma rappresentano appena il 7% della perdita del fatturato.

I ristoratori di Aria Food ritengono inoltre necessario che il Dpcm entri nel merito di una differenziazione dei settori del comparto della ristorazione. QUi di seguito il testo della nota firmata dall’associazione:

“I provvedimenti adottati per far fronte alla grave crisi sanitaria in atto hanno colpito duramente anche il comparto della ristorazione e travolto l’intera filiera agro-alimentare. Sin dall’inizio i ristoratori hanno assunto un comportamento responsabile, che si è mantenuto inalterato fino ad oggi. Essi sono stati i primi a organizzarsi nel rispetto della normativa anti-Covid, dimostrando come sia possibile esercitare la propria attività garantendo il distanziamento sociale e adottando ogni forma di cautela sanitaria. Tuttavia, da quasi un anno, gli imprenditori e i loro dipendenti scontano ancora sulla loro pelle l’assenza di rimedi adeguati alle esigenze lavorative. Anziché individuare soluzioni che consentano l’applicazione rigorosa di protocolli utili a contrastare la diffusione del virus, la politica ha preferito chiudere in modo indiscriminato un intero comparto con caratteristiche molto eterogenee. Continuare a colpire con queste modalità l’intero settore della ristorazione appare del tutto incomprensibile; tanto più che per altre categorie produttive si è riuscito a contemperare ragionevolmente il diritto al lavoro con la tutela della salute”.

Per questa ragione, i ristoratori abruzzesi propongono:

1 ) ricorso dinanzi al Tar per chiedere la sospensione dei provvedimenti adottati nella parte in cui non consentono l’esercizio delle attività nelle ore serali in zona gialla;

2) ricorso dinanzi al Tribunale civile per ottenere un ristoro adeguato rispetto alle perdite subite;

3) portare all’attenzione delle istituzioni alcune proposte;

4) chiedono:

– per la zona gialla, che sia autorizzato l’esercizio delle attività a pranzo e a cena con chiusura dei locali alle 23.30;
– per la zona arancione, che sia autorizzato l’esercizio delle attività per mezza giornata, consentendo al ristoratore di optare tra il pranzo e la cena, secondo le caratteristiche proprie dell’area in cui insiste l’impresa,
– che siano adottati rigidi protocolli sanitari e svolta una più efficace attività di controllo e di monitoraggio sulla ristorazione;
– per la zona arancione, che sia prevista la riduzione ulteriore del numero dei coperti in sala;
– per la zona arancione, che sia individuato un criterio che consenta di distinguere tra chiusura/apertura per Comuni che possiedano un ridotto numero di abitanti e quelli con alto numero di abitanti, al fine di rimuovere le disparità tra piccoli Comuni e Città densamente abitate;
– che siano introdotti strumenti di controllo sanitario specifici e mirati, in modo da consentire di riattivare il servizio dei banchetti;
– che sia favorita una seria politica di defiscalizzazione del costo del lavoro per evitare il concreto rischio di disperdere il bagaglio professionale di ciascuna impresa e che sia reintegrato del personale per il quale il contratto di lavoro sia scaduto durante il periodo di chiusura delle attività.

– a medio tempore si chiede anche la proroga del blocco dei licenziamenti per il personale al momento in cassa integrazione.

 

Marina Moretti: