Alla Dayco, dove a rischio ci sono 600 posti di lavoro, scatta lo sciopero. Dopo la protesta di ieri nuova manifestazione il 3 giugno.
Tra gli stabilimenti della Dayco di Chieti scalo e di Manoppello sarebbero a rischio 600 posti di lavoro. I sindacati sono fortemente preoccupati e, dopo lo sciopero di ieri, hanno annunciato che i dipendenti dell’azienda, che produce cinghie di trasmissione per gli autoveicoli delle case più prestigiose del mondo, torneranno ad incrociare le braccia sabato prossimo 3 giugno. Il coordinatore regionale della Filctem Cgil Carlo Petaccia spiega che i timori sono legati non solo ad un forte ridimensionamento del personale ma anche alla permanenza in Abruzzo dei tre siti aziendali. I lavoratori, 350 in servizio a Chieti e 250 a Manoppello, chiedono certezze per il loro futuro.
Il segretario Petaccia afferma che “Già in passato avevamo denunciato un drastico taglio degli investimenti, che sono invece indispensabili per garantire un futuro allo stabilimento, sviluppando attrezzature, macchinari e prodotti. Invece la situazione è addirittura peggiorata. La Dayco ha già rinunciato a sei figure apicali, attuando una logica imprenditoriale prettamente finanziaria, senza dare un domani certo ai siti, in primis quelli abruzzesi, hanno fatto grande la Dayco. Preoccupa anche l’idea di portare i giorni lavorativi da sei a cinque. Se l’ipotesi venisse applicata, anche se la società afferma il contrario, un turno di lavoro rischierebbe nell’immediato di essere eliminato”.
Le Rsu, Carlo Petaccia della Filctem Cgil, Stefano Di Crescenzo della Femca Cisl e Giovanni Cordesco della Uiltec affermano che hanno deciso di protestare dopo che ” L’azienda ha convocato le rappresentanze sindacali per comunicare loro che sarebbero stati effettuati spostamenti di alcuni dipendenti dalla sede agli stabilimenti di Chieti e Manoppello e fra i plant, paventando anche la possibilità di trasferimenti verso lo stabilimento di Colonnella. Alla reiterata domanda delle Rsu di venire a conoscenza del piano complessivo per tutti i dipendenti che garantisca loro stabilità occupazionale, l’azienda si è dichiarata impossibilitata a fornire una risposta. Il 26 maggio è avvenuto un episodio increscioso: un lavoratore è stato colpito da un malore a seguito della comunicazione di trasferimento. Il comportamento della Dayco è in contrasto con il verbale sottoscritto in Regione lo scorso 11 maggio, quando la ditta aveva dichiarato l’assenza di esuberi e si era impegnata ad avere un dialogo con le Rsu. L’azienda agisce per proprio conto senza un vero confronto su temi che ledono il futuro e le attività dei lavoratori” .
Il Di Nardo è un pò “sconclusionato” e contraddittorio e spiego perchè; rivolgendosi a me dice le testuali parole:” la quest.Dayco è “avulsa” dal tuo pensiero anche se condivido..ecc” Io non sono al di fuori di niente caro endrio di nardo, forse sei tu “avulso” dalla lingua italiana! Rifletti prima di parlare! Fare errori di battitura e non rileggere (a me capita spesso e me ne dispiace tanto!) non è bello, ma equivocare o sbagliare sul significato dei termini è gravissimo! David
Caro Di Nardo potresti domandare a Renzi o forse alla sua fotocopia Gentiloni o meglio Padoan e Poletti(il cicciottello che offende i giovani che vanno a lavorare all’estero!) il perchè della chiusure di aziende così prestigiose! Loro sono convinti che il lavoro è aumentato ed anche i posti di lavoro, che le fabbriche vanno a (s)gonfie vele! Va tutto bene l’Italia cresce di giorno in giorno! E’ una “menzogna” dire l’opposto secondo Renzi , che appare ancora con la boria e la sfrontatezza di chi mente e pensa alle prossime votazioni, tutto quello che succede intorno al JobAct e la diminuzione delle tasse è un grande merito di questo partito “della vergogna!” Bisognerebbe chiederlo ai poveri lavoratori quello che sta succedendo, non badando alle statistiche bugiarde, ignobili e di parte dell’Istat! Promesse di aiuto ed altro sono solo fumo! Ma non si vede all’orizzonte nulla di buono..se non lacrime e riduzione di personale per esuberi ecc! Poveri lavoratori, però, avete i sindacati…che vi difendono bene! Fidatevi bene anche di questi! L’Italia sta…decrescendo! Grazie a tutti quelli che in quest’ultimo periodo l’hanno fatta diventare……più piccola del solito! David
David,
la questione Dayco è avulsa dal tuo pensiero, più o meno condivisibile. La Dayco è stata, e lo è ancora, una azienda di primordine per prodotto, know how e organizzazione. Gli americani del 1993 misero soldi, uomini e miglioramento e le posso assicurare che anche allora vi furono degli allontanamenti molto, ma molto diversi e contenuti. Mi auguro, invece, che si faccia avanti qualche imprenditore accorto e che metta fine a questa vicenda.
Povera Pirelli e Dayco poi. Non ci posso credere: questa e’ una azienda che ha sempre fatto soldi e ha insegnato a lavorare la gomma in molti paesi del mondo.