Diventa un caso nazionale il caso dei lavoratori della Dayco Chieti sospesi a causa di un comunicato stampa critico nei confronti dell’azienda.
Hanno scioperato per tre ore ieri mattina davanti ai cancelli della sede di via papa Leone XIII i lavoratori della Dayco di Chieti. Alla manifestazione di protesta hanno partecipato anche i colleghi di altre sedi italiane e i vertici di Cgil e Uil in difesa dei sei colleghi sospesi per un comunicato stampa critico nei confronti dell’azienda. Uno sciopero e una assemblea indetti per discutere sulle iniziative da intraprendere che vanno nel senso della ripresa della trattativa, mostrando apertura nei confronti dell’azienda che ha usato il pugno di ferro nei confronti di dipendenti che avevano sollevato perplessità su alcune questioni. Secondo i sindacati il tenore del comunicato in questione non erano tali da giustificare un provvedimento di sospensione. In attesa delle prossime mosse della Dayco lavoratori e sindacati affermano che c’è piena disponibilità a discutere e a confrontarsi serenamente per ricucire lo strappo. Il deputato abruzzese di Sinistra Italiana Gianni Melilla ha portato la vicenda all’attenzione del Parlamento. Intanto si attende di sapere quale sarà il futuro dei sei lavoratori sospesi dal lavoro . L’auspicio è che tornino al loro posto e siano eliminati gli attriti e torni serenità nello stabilimento in cui si producono cinghie di trasmissione in gomma per autoveicoli.