Nelle prossime settimane le Asl in Abruzzo distribuiranno gratuitamente dispositivi per il monitoraggio e la cura del diabete di tipo 1. Tra essi c’è anche lo strumento che permette di misurare la glicemia senza pungere il dito.
In Abruzzo l’iniziativa riguarda 4.000 pazienti adulti e 600 bambini ha spiegato l’assessore alla programmazione sanitaria Silvio Paolucci il quale ha ricordato che la Giunta regionale ha approvato la delibera che disciplina la prescrizione e la distribuzione di dispositivi per l’autocontrollo e l’autogestione di pazienti affetti da diabete mellito. Un’ importante innovazione illustrata oggi nel corso di una conferenza stampa presso l’ Agenzia Sanitaria Regionale, diretta da Alfonso Mascitelli.
Il diabete è la più comune tra le malattie metaboliche, ed è caratterizzata da una condizione di iperglicemia, cioè aumento del glucosio nel sangue. Chi è affetto da diabete mellito non è capace di utilizzare lo zucchero presente nel sangue (glicemia) che tende ad aumentare. Parliamo di una malattia che necessita di trattamenti per tutta la vita ed è una delle patologie croniche a più larga diffusione in tutto il mondo che, con le sue complicanze, rappresenta un problema sanitario per le persone di tutte le età e di tutte le aree geografiche, soprattutto delle classi economicamente
e socialmente svantaggiate.
INCIDENZA DEL DIABETE IN ITALIA:
Secondo i dati diffusi nel 2017 dall’Istat “Nel 2016 sono oltre 3 milioni 200 mila in Italia le persone che dichiarano di essere affette da diabete, il 5,3% dell’intera popolazione (16,5% fra le persone di 65 anni e oltre).
La diffusione del diabete è quasi raddoppiata in trent’anni (coinvolgeva il 2,9% della popolazione nel 1980). Anche rispetto al 2000 i diabetici sono 1 milione in più e ciò è dovuto sia ‘invecchiamento della popolazione che ad altri fattori, tra cui l’anticipazione delle diagnosi (che porta in evidenza casi prima sconosciuti) e l’aumento della sopravvivenza dei malati di diabete.
Nell’ultimo decennio, infatti, la mortalità per diabete si è ridotta di oltre il 20% in tutte le classi di età. Inoltre, confrontando le generazioni, nelle coorti di nascita più recente la quota di diabetici aumenta più precocemente che nelle generazioni precedenti, a conferma anche di una progressiva anticipazione dell’età in cui si diagnostica la malattia.
Il diabete è una patologia fortemente associata allo svantaggio socioeconomico. Tra le donne le disuguaglianze sono maggiori in tutte le classi di età: le donne diabetiche di 65-74 anni con laurea o diploma sono il 6,8%, le coetanee con al massimo la licenza media il 13,8% (i maschi della stessa classe di età sono rispettivamente il 13,2 e il 16,4%).
Lo svantaggio socioeconomico si conferma anche nella mortalità ed è più evidente nelle donne, al contrario di quanto si osserva per le altre cause di morte: le donne con titolo di studio basso hanno un rischio di morte 2,3 volte più elevato delle laureate.
Questa patologia è più diffusa nelle regioni del Mezzogiorno dove il tasso di prevalenza standardizzato per età è pari al 5,8% contro il 4,0% del Nord. Anche per la mortalità il Mezzogiorno presenta livelli sensibilmente più elevati per entrambi i sessi.
Obesità e sedentarietà sono rilevanti fattori di rischio per la salute in generale, ancora di più per la patologia diabetica. Tra i 45-64enni la percentuale di persone obese che soffrono di diabete è al 28,9% per gli uomini e al 32,8% per le donne (per i non diabetici rispettivamente 13,0% e 9,5%). Nella stessa classe di età il 47,5% degli uomini e il 64,2% delle donne con diabete non praticano alcuna attività fisica leggera nel tempo libero”.