Il procuratore della Repubblica di Vasto Giampiero Di Florio ha richiesto il rinvio a giudizio a carico di due ex commissari e il direttore del Consorzio di Bonifica Sud di Vasto, e altre sei persone.
Le accuse, a vario titolo e in concorso, vanno dall’aver procurato un ingiusto vantaggio all’appropriazione indebita per indennità di rimborso e spese non dovute e all’abuso per lavori che hanno interessato lavori per decine di milioni di euro per la realizzazione della diga di Chiauci (Isernia). Non si tratta quindi di rinvio a giudizio, come erroneamente scritto ieri: la richiesta è stata depositata presso il gup del Tribunale di Vasto Italo Radoccia, il quale ha fissato l’udienza preliminare che si terrà il prossimo 23 aprile. Ad uno dei commissari viene addebitato, insieme al responsabile unico del procedimento, di aver procurato un ingiusto vantaggio per 400 mila euro nei confronti di uno studio di ingegneria con il conferimento di un incarico professionale a due professionisti senza “la prodromica attivazione delle procedure di evidenza pubblica prevista dal codice degli appalti” oltre a predisporre e apporre la firma sui relativi mandati di pagamento. Imputati gli ex commissari Fabrizio Marchetti e Rodolfo Mastrangelo, il responsabile unico del procedimento Michelangelo Magnacca, il direttore del Consorzio di Bonifica Sud Nicolino Sciartilli, il commissario regionale della convenzione Sandro Annibali, gli ingegneri Sante Di Giuseppe, Giovanni Sportelli e Gilda Buda e l’imprenditore Giuseppe Latte Bovio. Sono difesi dagli avvocati Arnaldo Tascione, Pierpaolo Andreoni, Angela Pennetta, Giovanni Bora, Fiorenzo Cieri, Vincenzo Mastrangelo, Rosalba Maselli, Antonio Cerella, Giovanni Augelli, Giuliano Milia e Michele Leale. L’inchiesta ha mosso i suoi passi a seguito di un esposto per presunto spreco di denaro pubblico presentato nel 2015 dall’allora commissario del Consorzio di Bonifica Sud.