La storica sentenza del Consiglio di Stato di ieri che obbliga la Edison a bonificare le aree inquinate 2A e 2B e zone limitrofe al centro abitato di Bussi, apre importanti scenari sui quali si dovrà concentrare anche l’attività della Commissione d’inchiesta.
Incassata con unanime soddisfazione la decisione del Consiglio di Stato che di fatto accoglie quanto già indicato nel 2018 dall’allora presidente della Provincia di Pescara Antonio Di Marco che individuava nella Edison la totale responsabilità per l’inquinamento delle aree 2A e 2B nei pressi di Bussi e di conseguenza l’obbligo alla bonifica, ci s’interroga ora sui futuri scenari, nella consapevolezza che i tempi non saranno brevi, anche se la strada sembra tracciata. Su questo s’inserisce l’attività della Commissione d’inchiesta che, finita l’emergenza sanitaria, dovrà riprendere spedita. Lo sottolinea con forza il componente della Commissione, il consigliere regionale del Pd Antonio Blasioli che suggerisce i prossimi passi:
“E’ una sentenza importante che mette al lavoro la Commissione d’inchiesta regionale sulla discarica di Bussi e che ci permetterà finalmente di sentire in audizione la dottoressa Luciana Di Staso, dirigente della sezione bonifiche del Ministero, per capire con lei innanzitutto i tempi di questa bonifica che sicuramente non saranno brevi. Poi il progetto che dovrà comprendere la dislocazione di tutti i rifiuti e l’utilizzo dei famosi 50 milioni di euro stanziati per il terremoto de L’Aquila del 2009. Un ulteriore aspetto che dovremmo affrontare come Commissione d’inchiesta è come questa sentenza andrà ad influire su altre aree analoghe, come il sito Ex Montecatini di Piano d’Orta e dell’area industriale di Bussi, anche per queste la Provincia di Pescara aveva individuato il soggetto inquinatore.”
Il Servizio del Tg8: