Preoccupazione dopo la diffusione dei dati ARTA sui danni che continuano a derivare dai rifiuti interrati illecitamente per decenni nella mega discarica di Bussi sul Tirino. Esposto alla Procura di WWF e Legambiente.
Come una storia infinita. E’ la vicenda della discarica di Bussi sul Tirino, la più grande d’Europa, tornata alla ribalta in una conferenza stampa all’aperto questa mattina a Pescara, convocata da WWF e Legambiente per fare il punto anche alla luce degli ultimi dati diffusi dall’Arta (LEGGI QUI).
Le associazioni ambientaliste hanno ricordato che da sempre la vera giustizia può essere rappresentata soltanto dalla bonifica dell’area.
In particolare non hanno funzionato né gli interventi di capping, ovvero di copertura e impermeabilizzazione della discarica, né il sistema di emungimento delle acque sotterranee, vale a dire il procedimento che permette di prelevare l’acqua di falda, depurarla con carboni attivi e rimetterla in circolo.
Questo significa in buona sostanza che i rifiuti continuano a inquinare, il terreno, le acque e l’aria (per l’immissione in atmosfera di contaminanti volatili), in maniera certamente preoccupante. Da qui il nuovo esposto presentato oggi in Procura: un modo per riaccendere i riflettori sulla vicenda e anche per sollecitare un rapido intervento per mettere in sicurezza la zona.
Inoltre, ad aprire un nuovo intricato capitolo della vicenda è stata la decisione del ministero dell’Ambiente di annullare la gara d’appalto (da 38 milioni di euro) aggiudicata nel lontano febbraio 2018 per la bonifica delle aree, sulla base di un parere di un Consiglio superiore dei lavori pubblici.