Il sindaco di Bussi sul Tirino Lagatta annuncia una querela nei confronti del Ministero dell’Ambiente che avrebbe intenzione di annullare la gara d’appalto per la bonifica delle aree 2A e 2B del sito inquinato.
Il sindaco Salvatore Lagatta, in merito alla vicenda riguardante la bonifica e messa in sicurezza di una porzione della maxi discarica dei veleni di Bussi sul Tirino, annuncia il ricorso alla magistratura contro il Ministero dell’Ambiente.
Il primo cittadino afferma: “Il Ministero dell’Ambiente mi ha fatto sapere che ha intenzione di annullare la gara d’appalto per la bonifica delle aree 2A e 2B del sito inquinato di Bussi, sulla base di un parere di un Consiglio superiore dei lavori pubblici che noi peraltro contestiamo. Io ho replicato annunciando che in settimana mi recherò in Procura per sporgere querela per omessa bonifica.
È un regalo ad Edison, che sta investendo ingenti risorse sul piano legale per evitare che si crei un precedente per situazioni analoghe, ed è in atto uno scontro interno al Ministero che è iniziato in seguito all’entrata in carica del ministro Costa.
Il Ministero, dopo che nel 2011 erano stati recuperati 50 milioni di euro dai fondi per il terremoto, tenne una gara d’appalto per la bonifica e messa in sicurezza delle aree 2A e 2B. L’appalto, nel febbraio del 2018, fu aggiudicato ad un consorzio di ditte, e il committente entro 60 giorni avrebbe dovuto firmare l’affidamento dei lavori ma il Ministero non lo fece, sostenendo che rischiava la mancata restituzione dei soldi da parte dell’azienda che aveva inquinato.
Nel frattempo la Provincia di Pescara individuò Edison come responsabile dell’inquinamento, ma l’azienda fece ricorso prima al Tar e poi al Consiglio di Stato, uscendo sconfitta in entrambi le occasioni. Dopo la sentenza del Consiglio di Stato, poco più di un mese fa, non c’erano più ostacoli ed io ho inviato una diffida al Ministero affinché procedesse.
Il 28 aprile il Ministero ha ordinato ad Edison di mettere in sicurezza e bonificare il sito entro 30 giorni, ma ha anche concesso alla società la possibilità di presentare un progetto alternativo.
Il 7 maggio Edison ha chiesto di compiere un sopralluogo nelle aree interessate dalla bonifica, poiché intenderebbe mettere un telone sul terreno inquinato e questo significa non ha alcuna intenzione di presentare un progetto di bonifica. Poi, negli ultimi giorni è arrivata la comunicazione del Ministero. Annullare la gara d’appalto sarebbe gravissimo”.
Secondo l’avvocato dello Stato Cristina Gerardis, ex direttore generale della Regione Abruzzo, bisogna evitare contenzioni e pretendere una bonifica efficace da Edison ed usare fondi pubblici per il rilancio industriale dell’area.
L’avvocato Gerardis spiega: “Credo che la cosa migliore sia evitare querele e contenziosi e cercare di raggiungere l’obiettivo comune attraverso il confronto, magari pretendendo che Edison intervenga bene e in fretta, ma anche con la garanzia che quei 48 milioni della contabilità speciale, ereditati dal Ministero dell’Ambiente per la bonifica, restino sul territorio e siano ad esempio utilizzati per il rilancio industriale della Val Pescara, una volta fatta la bonifica.
La sentenza del Consiglio Stato stabilisce, in ultima istanza, che il provvedimento con il quale la Provincia di Pescara ha individuato Edison come responsabile dell’inquinamento è legittimo. Il problema giuridico è innanzitutto che secondo il Ministero ciò solleva l’amministrazione statale dal dovere intervenire con proprie risorse, poiché spetta ad Edison intervenire su quelle aree, e poi che il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ritiene che il progetto non sia sufficientemente dettagliato.
Un problema, quest’ultimo, che a giudizio del sindaco Lagatta potrebbe essere superato con una serie di integrazioni. Al riguardo il Ministero ha chiesto un parere all’Avvocatura dello Stato e la risposta è stata che, in queste condizioni, il Ministero può procedere ad annullare la gara.
Comprendo che il Sindaco sia esasperato, anche perché l’Arta, in quelle aree, ha rilevato la presenza di inquinanti nell’aria, e che abbia dei timori circa il fatto che il Ministero possa consentire all’azienda di compiere un intervento al risparmio, ma invito tutti a non fossilizzarsi sulle rispettive posizioni e ad individuare una soluzione condivisa“.
Secondo il Forum H2O il Ministero dell’Ambiente non persegue l’interesse della bonifica del sito contaminato e, quindi, si rischia che la ditta aggiudicataria chieda i danni. A commentare la notizia diffusa dal sindaco di Bussi Lagatta è Augusto De Sanctis del Forum H2o il quale critica l’atteggiamento assunto dal Ministero.
De Sanctis evidenzia che “Il Ministero dell’Ambiente non sta perseguendo l’interesse della bonifica del sito inquinato di Bussi e il rischio, a questo punto, è da una parte che si finisca per accantonare il progetto originario di bonifica, per abbracciarne uno nuovo meno incisivo, e dall’altro che la ditta aggiudicataria dell’appalto, in caso di annullamento della gara, si rivalga sul Ministero, con un ingente dispendio di risorse per la collettività.
E’ da diversi mesi che la dirigenza del Ministero paventa l’annullamento della gara, sulla base del parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Un parere che, peraltro, non si oppone all’affidamento, ma si limita ad evidenziare alcune criticità del progetto, risolvibili con delle varianti.
Occorre fare presto, perché, ogni giorno che passa, quelle sostanze inquinanti continuano a produrre effetti nefasti sull’ambiente circostante. Si rischia di tornare a progetti di bonifica insufficienti, come quello del tombamento, contro cui all’epoca ci opponemmo duramente, tanto che anche il commissario Goio ritenne necessario optare per progetti più incisivi, che passassero per la rimozione delle sostanze inquinati. E’ inspiegabile l’atteggiamento di opacità del Ministero, che non ci fornisce gli atti relativi alla gara, nonostante anche l’Anac sia stato sancito il nostro diritto a consultarli”.