Indagini concluse e 12 accusati nell’ambito dell’inchiesta della Direzione distrettuale Antimafia dell’Aquila su investimenti della camorra e produzione di marijuana nella Marsica.
Si tratta di dodici persone, quattro residenti nella Marsica e altre nel Napoletano: Romeo Pane, Antonio Criscuolo, Pasquale Di Nicola, Gianfranco Scipioni, Veronica Casillo, Gennaro Casillo, Anna Scotto Di Gregorio, Diodato Di Martino, Carmine di Lorenzo, Ramadani Meriton, Ciro Gargiulo, soprannominato “o’ biondo” ed Antonino Di Lorenzo detto “o’ lignammone”.
Questi ultimi due sarebbero le menti del sodalizio criminale ed apparterrebbero a clan camorristici radicati nella provincia di Napoli e dediti in via quasi esclusiva al traffico, anche internazionale, di sostanze stupefacenti, esperti nell’attivita’ di coltivazione di piantagioni di marijuana. Secondo gli investigatori erano Gargiulo e Di Lorenzo a provvedere al finanziamento delle operazioni e al coordinamento delle attività di semina, cura e raccolto, funzionali poi alla lavorazione e alla successiva commercializzazione della sostanza stupefacente.
Secondo l’accusa l’organizzazione aveva individuato la zona della Marsica, e in particolare del Fucino, tra Luco dei Marsi ed Avezzano, quale luogo ideale per la produzione della marijuana, un’attività’ che da lungo tempo veniva già svolta in provincia di Napoli.
Le indagini della Direzione distrettuale Antimafia dell’Aquila erano partite con l’ingente sequestro di droga, avvenuto il 28 settembre del 2016, quando, nelle campagne di Luco dei Marsi, tra le piante di mais, è stata scoperta una coltivazione di marijuana.
L’organizzazione aveva iniziato a coltivare la cannabis nel 2015 ma il tentativo non era andato a buon fine e ci aveva riprovato anche dopo il sequestro delle droga del 2016, l’anno successivo (il 2017) coltivando marijuana nelle campagne tra Scurcola Marsicana e Capistrello, ma, anche in questo caso, le cose non erano andate come prevedevano.