È morto a 71 anni il magistrato Michele Renzo, già capo della Procura della Repubblica antimafia dell’Aquila, stroncato da un infarto
Da un anno in pensione e dopo una vita con la toga, Michele Renzo viveva con la famiglia a Perugia. Era originario di Alife, in provincia di Caserta, dove era nato il 28 agosto del 1953. Oggi improvvisamente ha accusato un malore che non gli ha lasciato scampo.
Era conosciuto per la sua preparazione e acutezza sul lavoro ma anche per l’ironia, tanto da essere definito con rispetto dai cronisti ‘il dottor Sottile’.
Come sostituto procuratore nel capoluogo umbro si era tra l’altro occupato, insieme a Fausto Cardella, delle indagini su Luigi Chiatti, il geometra autore degli omicidi di due bambini che fu definito ‘il mostro di Foligno’.
Michele Renzo aveva chiuso la sua carriera ad agosto 2023 come procuratore capo a L’Aquila, incarico nel quale era stato nominato dal Consiglio superiore della magistratura nel 2016.
In precedenza aveva ricoperto lo stesso ruolo ad Ascoli Piceno coordinando tra l’altro le indagini, nel 2014, sullo scontro di due aerei Tornado provocando la morte di quattro giovani piloti e dell’omicidio di Melania Rea che aveva portato all’arresto di Salvatore Parolisi.
Dopo una decina d’anni come sostituto procuratore a Perugia, Renzo aveva lasciato l’Ufficio nel settembre del 1998 per essere assegnato al Ministero di grazia e giustizia come ispettore. Con i colleghi Fausto Cardella, Alessandro Cannevale e Silvia Della Monica aveva fatto parte del pool che si era occupato delle inchieste più delicate sulla corruzione che coinvolgevano i colleghi in servizio a Roma. Le inchieste sulle ‘toghe sporche’ che avevano coinvolto, tra gli altri Pierfrancesco Pacini Battaglia e Lorenzo Necci.
Michele Renzo è stato considerato un vero cultore del diritto. Tifoso del Napoli, era appassionato di film d’essai.
Il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi in una nota esprime profondo cordoglio a “nome della Municipalità e a titolo personale” e scrive “Dopo una vita trascorsa come servitore dello Stato in ragione dei più alti valori di giustizia e legalità, Renzo era in pensione un anno. Ricordo ancora la cerimonia di commiato, presso il palazzo di giustizia dell’Aquila, un’occasione per ricordare il forte impegno dedicato al coordinamento di numerose inchieste che hanno interessato l’Abruzzo, dal contrasto alle infiltrazioni malavitose nella ricostruzione dell’Aquila fino al terrorismo islamico. Alla famiglia Renzo giungano le mie più sentite condoglianze”.