Edilizia Abruzzo: “La Regione cancelli la legge impugnata per anti-costituzionalità”

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La Segreteria Operativa del Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua e il Wwf chiedono che la Regione cancelli la legge sull’Edilizia visto che è stata anche impugnata dal Governo per anti-costituzionalità.

Il Forum H2O ricorda che aveva immediatamente lanciato l’allarme ma che era rimasto in larga parte inascoltato nonostante le sono norme in questione attaccassero il territorio e mettessero in  pericolo i cittadini. L’associazione invita la Regione a ripensarci e a cancellare da sola la legge poichè serve consumo di suolo zero e reale sostenibilità ambientale.

In una nota Augusto De Sanctis afferma che “Il Forum H2O aveva per primo lanciato l’allarme contestando pesantemente la nuova legge edilizia della Regione Abruzzo, da noi ribattezzata “legge città arlecchino”, evidenziandone non solo i profili di anticostituzionalità che oggi vengono riconosciuti anche dal Governo che l’ha impugnata nel consiglio dei ministri di ieri, ma soprattutto i danni che la sua applicazione arrecherebbe al territorio favorendo piani di lottizzazione e varianti urbanistiche senza gli adeguati controlli.

Inoltre l’applicazione di quelle norme porterebbe ad aumentare il rischio concreto per i cittadini nei territori interessati da rischi idrogeologici, in quanto senza alcuna cautela si potrebbero costruire manufatti poi utilizzati anche da persone ignare in aree a rischio frana o alluvione elevato o molto elevato.

La maggioranza ha portato avanti questo provvedimento gravissimo alla chetichella, tanto che l’allarme pubblico è stato lanciato dopo che mi ero accorto per caso dell’esistenza in commissione di questo provvedimento, durante l’audizione per l’altra norma devastante sul taglio del Parco Sirente-Velino. Immediatamente, lì per lì, avevo sollevato la questione con i consiglieri di opposizione. Anche il processo di approvazione dovrebbe quindi far riflettere, visto che poi sono rimaste ampiamente inascoltate le richieste di numerose audizioni fortemente critiche sul provvedimento.

Noi sia pubblicamente che in consiglio regionale avevamo fatto un intervento durissimo parlando di città arlecchino, chiarendo i profili di anticostituzionali ma soprattutto le conseguenze devastanti del caos che sarebbe determinato nelle città e in ogni territorio dall’applicazione di queste norme.

Possibilità di costruire manufatti ovunque, dalle aree protette ai luoghi sottoposti a rischio alluvione e frana, facilitazioni per le varianti urbanistiche e per i piani di lottizzazione e tanto altro. Ora la Corte costituzionale dovrà dare il suo responso ma auspico che la maggioranza regionale cancelli da sola questa norma che non va certo nella direzione della sostenibilità ambientale e sociale e del consumo di suolo zero”.

Anche il Wwf interviene e in una nota afferma che:

“Com’era prevedibile il Governo ha deciso di impugnare davanti alla Corte costituzionale la legge n. 29 dello scorso ottobre con la quale la Regione aveva modificato, peggiorandola, la legge urbanistica.

Che il provvedimento fosse impugnabile era stato segnalato in tutti i modi alla maggioranza regionale da più parti, compresi le rappresentanze di categoria.

Come WWF Abruzzo facemmo notare, in una lettera inviata a tutti i consiglieri regionali, quanto la legge di riforma fosse sbagliata nel metodo, nei contenuti e nei tempi.

Soprattutto era sbagliato intervenire in una materia così delicata come la pianificazione urbanistica attraverso provvedimenti spot: su questa materia sono necessari confronto e condivisione per giungere a riforme di settore serie che tengano conto degli effetti di quanto si intende autorizzare. Ipotizzare soluzioni temporanee – che poi temporanee sono solo all’apparenza – in un settore che trasforma lo spazio fisico è di per sé una contraddizione.

La “penosa” scusa dell’emergenza COVID per autorizzare le ennesime deroghe alla tutela dell’ambiente rappresentava un vero controsenso, quasi offensivo per chi ha pagato un prezzo altissimo in questa fase.

La Regione ora avrebbe la possibilità di rivedere questo modo di agire, aprendosi al confronto e impostando una giusta riforma del settore, attesa da anni, ma che non è possibile garantire con interventi del genere.

La maggioranza che siede in consiglio regionale fino ad oggi è stata sorda a queste richieste. Lo sarà anche ora? “.