Giornata di sciopero nazionale dei dipendenti delle coop sociali che gestiscono i centri di accoglienza. Dagli effetti del Decreto Sicurezza 20 mila posti di lavoro a rischio, 500 in Abruzzo.
Già chiuso il Cas di Lanciano a giorni prevista la chiusura anche di quello di Roccamontepiano. A ruota potrebbe accadere la stessa cosa per i tanti centri d’accoglienza in Abruzzo, dove decine di migranti hanno trovato il modo di formarsi, trovare un lavoro, ed in tanti casi, vedi Roccamontepiano, mettersi a disposizione anche dell’Amministrazione Comunale per svolgere lavori socialmente utili come quello di mantenere il decoro urbano. Sono gli effetti del Decreto Sicurezza fortemente voluto dal vice premier Salvini che, di fatto, mette a rischio a livello nazionale almeno 20 mila posti di lavoro, 500 in Abruzzo, di cui 150 solo nella Provincia di Chieti:
“Visto che il vice premier sottolinea spesso che vengono prima gli italiani – fa notare non senza ironia Urbano Abbonato della Cooperativa “Luna” – cosa intende fare di 20 mila giovani italiani, psicologi, assistenti, formatori, insegnati che dall’oggi a domani si ritroveranno in mezzo alla strada?”
Senza contare l’aspetto legato al destino dei tanti migranti assistiti che a seguito della chiusura di queste importanti strutture, rischiano di tornare nella condizione di clandestini:
“Io qui ho imparato tante cose – ci dice Hassan ora tirocinante al Cas di Roccamontepiano – ed ho anche lavorato per il Comune ed in campagna, mi sono integrato molto bene, ma ora ho paura per quello che potrà accadere.”
“Grazie a questo decreto decine e decine di migranti torneranno a bighellonare per strada – spiega ancora Abbonato – senza fare nulla dalla mattina alla sera, è così che si vuole regolamentare l’immigrazione nel nostro Paese?.”
Questa mattina una rappresentanza dell’Unione Sindacale di Base sezione lavoro privato della provincia di Chieti ha incontrato il capo di gabinetto del Prefetto per manifestare la sua preoccupazione anche alla luce di una raffica di controlli, negli ultimi mesi, portati avanti anche strumentalmente capillare:
“Cooperative controllate nei minimi dettagli – denuncia Daniele Moretti dell’Usb – alla ricerca del cavillo sul quale si può giustificare una chiusura immediata. Noi stamane abbiamo chiesto tutela al capo di gabinetto del Prefetto di Chieti, per rispetto ai tanti lavoratori rei solo di svolgere la propria onesta attività allo scopo di favorire l’integrazione.”
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