Il Pnalm impone la modifica del percorso della tappa del campionato italiano di Enduro in programma a Gioia dei Marsi ed allerta i Carabinieri Forestali.
Lo rende noto un comunicato congiunto di WWF, Altura e Lipu che nei giorni scorsi avevano denunciato i pericoli per flora e fauna protetta. Il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, a firma del presidente Antonio Carrara, ha infatti risposto alla nota che WWF, Altura e LIPU avevano inviato ieri a Carabinieri Forestali, Regione, Parco, Comune di Gioia dei Marsi e, per conoscenza, al Ministero dell’Ambiente, chiarendo di essere intervenuto per far modificare il percorso che in effetti avrebbe altrimenti attraversato una zona SIC e di aver predisposto, d’intesa con i Carabinieri Forestali, un servizio di sorveglianza atto a scongiurare eventuali problemi. Il Parco, tra le righe, sottolinea di non aver ricevuto alcuna richiesta di autorizzazione e di essere stato costretto a procurarsi autonomamente la documentazione relativa alla gara.
“Questo significa – si legge nella nota – che continua a esserci un atteggiamento poco consapevole sull’importanza delle aree protette che spesso, e nella migliore delle ipotesi, vengono semplicemente ignorate. Tra l’altro la soluzione trovata (la modifica del percorso con l’esclusione del SIC IT7110205 “Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise” risolve solo in parte il problema: se infatti è scongiurato il passaggio di mezzi motorizzati, vietato all’interno di Parchi nazionali e Riserve naturali regionali, resta il problema del disturbo comunque arrecato. La normativa in tal senso è molto chiara: ai sensi della Direttiva 92/43/CEE “Habitat”, del D.P.R. 8 settembre 1997 n. 357, del D.P.R. 12 marzo 2003 n. 120 e in base all’Art. 10 del D.G.R. n° 119/2002 “[…] è necessario effettuare la Valutazione di Incidenza Ambientale per tutti i progetti, anche esterni ai SIC, che possono avere influenza sugli stessi”; proprio perché l’attività messa in programma può essere lesiva delle specie e degli habitat protetti.”
L’auspicio di WWF, Altura e LIPU e che quanto accaduto questa volta possa almeno servire per il futuro affinché la aree protette siano trattate con la considerazione e il rispetto che la legge e il buon senso richiedono.