L’ennesima segnalazione dei residenti disperati, le nostre telecamere sul posto, e nel giro di qualche minuto sgomberata l’ex casa cantoniera su Via Tiburtina a Pescara.
Non è stato difficile, approfittando della recinzione divelta, entrare all’interno della ex casa cantoniera in Via Tiburtina a Pescara dove da mesi, stando alle segnalazioni dei residenti, bivaccano tossicodipendenti e barboni. A creare l’ennesimo allarme, stando alle testimonianze raccolte, il fatto che una ragazza, pare di origini rumene, è in cinta di 6 mesi. Dopo qualche minuto dal nostro arrivo, accompagnati dal consigliere comunale Massimiliano Di Pillo, anche gli uomini del Gruppo d’Intervento Operativo Nucleo Antidegrado della Polizia Municipale e a seguire anche una pattuglia dei carabinieri. All’interno della struttura un uomo di nazionalità marocchina, già noto alle Forze dell’Ordine per piccoli reati, in stato confusionale, ha confermato di avere una compagna in stato interessante, al momento del fermo in cura al S.e.r.t.. E’ stato preso in custodia dai carabinieri, mentre gli uomini del G.i.o.n.a. si sono occupati dei rilievi.
“Siamo stufi di questa situazione – dichiara una residente – ormai siamo tutti agli arresti domiciliari, non possiamo uscire a determinati orari altrimenti veniamo insultati e minacciati e tra di loro urlano e si picchiano, due sere fa è dovuta intervenire anche una volante della Polizia. Il peggio è che tra qualche giorno tutto tornerà come prima.”
Siamo ad inizio della Tiburtina, oltre alla ex casa cantoniera, pare acquistata da un privato che, nonostante le numerose sollecitazioni, preferisce mantenerla in questo stato di degrado, dall’altra parte della strada uno stabile in costruzione dove ogni sera si rifugiano balordi, tossicodipendenti e senza tetto, mentre a pochi metri in linea d’aria gli ormai ex palazzi Clerico, anche quelli, rifugio di sbandati:
“Il problema è che all’encomiabile lavoro delle Forze dell’Ordine, in particolare degli uomini del G.i.o.n.a. – ci spiega il Consigliere Comunale Di Pillo – non fa seguito una procedura standard di politica sociale, per la quale queste persone, una volta allontanate, possano trovare una sistemazione più adeguata e quindi sono costrette a tornare qui costringendo i residenti, esasperati, ad inviare segnalazioni all’infinito.”
Il servizio del Tg8