Le sabbie di dragaggio del porto di Ortona potrebbero anche non finire nel tratto di mare che si trova nei pressi dell’area protetta del Cerrano. La Regione si dice disposta a valutare soluzioni alternative.
Le sabbie provenienti dal dragaggio del porto di Ortona potrebbero essere collocati in una zona ancora da individuare. E’ quanto emerso nell’incontro convocato ieri in Regione a L’Aquila dal vice presidente della Giovanni Lolli. Alla riunione hanno partecipato il consigliere regionale Luciano Monticelli, i rappresentanti dell’Area marina Protetta Torre di Cerrano, del Comune di Pineto e degli altri Comuni interessati al contestato provvedimento per il quale proprio ieri era stato lanciato un appello al premier Paolo Gentiloni e nei giorni scorsi era stata annunciata una manifestazione di protesta per il prossimo 18 febbraio. Il vice presidente Lolli e il direttore generale Vincenzo Rivera hanno detto di essere disposti a valutare soluzioni alternative. Il sindaco di Pineto Robert Verrocchio e il vice sindaco Cleto Pallini hanno espresso apprezzamento per l’attenzione dimostrata da parte della Regione sul tema che è stato al centro di preoccupazioni e polemiche sugli organi di informazione che hanno visto uniti gli amministratori dell’area in questione nella battaglia i quali ribadiscono la volontà di voler procedere anche per le vie legali per impugnare gli atti autorizzativi. La Regione avvierà, intanto, una serie di verifiche sulle possibilità alternative al deposito in mare. La decisione è stata presa anche alla luce del decreto regionale del 27 dicembre scorso per il quale l’opera non va più completata obbligatoriamente entro il 31 dicembre 2018 ma i termini possono essere eventualmente prorogati.