Flash mob di Greenpeace oggi a Pescara in Piazza Salotto. Si stanno raccogliendo firme per la campagna “Solarnia”.
La petizione: Solarnia non è un’isola reale, o almeno non ancora, ma nemmeno un’utopia. Diverse isole già oggi soddisfano il proprio fabbisogno energetico con le rinnovabili (come El Hierro, alle Canarie), e altre hanno scelto la stessa strada (le Hawaii avranno elettricità 100% rinnovabile al 2035).
“Mentre il mondo va nella direzione delle rinnovabili e dell’efficienza, l’Italia” -secondo Greenpeace- “rischia di perdere il treno dello sviluppo sostenibile e di mettere in crisi il turismo anche per la decisione del governo di trivellare i nostri mari alla ricerca di combustibili fossili, in particolare petrolio e gas. Lo stesso petrolio che una ventina di piccole isole italiane non connesse alla rete elettrica nazionale – fra cui Favignana, Lampedusa, Pantelleria, Ponza, Tremiti, Giglio e altre – ancora usano per produrre quasi tutta la loro energia mediante vecchi generatori diesel, costosi e inquinanti.
I fumi di questi generatori inquinano l’aria di troppi paradisi delle nostre vacanze e il trasporto di idrocarburi è un altro rischio che si aggiunge alle trivelle che minacciano questi mari meravigliosi. Ma la cosa più assurda -spiega Greenpeace- è che l’energia prodotta su queste isole con il petrolio viene pagata in bolletta da tutti noi con oltre 60 milioni di euro l’anno. Noi vogliamo che questi soldi non siano sprecati per finanziare un sistema basato sul petrolio, che oggi rischia di trasformare il Mediterraneo in un mare di trivelle, ma usati per realizzare un modello energetico verde e sostenibile. Sole, vento ed efficienza energetica sarebbero una svolta non solo per l’ambiente, ma anche per l’economia e l’occupazione”.
“In queste settimane -conclude Greenpeace-” il Ministero per lo Sviluppo Economico sta scrivendo un decreto per modificare il sistema di produzione di energia su queste isole. È ora di prendere una direzione chiara: per questo i cittadini sono invitati a firmare la petizione”.